Cosmic Tarot

COSMIC TAROT di Jean Huets 
Questo libro accompagnato anche da un mazzo di carte di Tarot, fu scritto da Jean Huets, basato sul lavoro dell'artista visionario tedesco Norbert Loesche. 

Ogni volta che siamo di fronte ad un mazzo di carte, dovremmo pensare di essere di fronte ad una galleria d'arte, 78 quadri, ognuno con il suo messaggio per noi. Le opere d'arte hanno vita propria, sono come i figli, una volta usciti dal grembo dell'artista, fanno la loro strada indipendenti, per questa ragione se 10 persone ascoltano una canzone tutte e 10 vivranno una sensazione diversa; lo stesso con gli arcani dei Tarot, ogni carta tira fuori da noi le nostre emozioni personali, i nostri ricordi, i nostri pensieri, i nostri sentimenti, sono tutti validi in quanto soggettivi. Ragione per cui è di grande ricchezza condividere con gli altri la nostra esperienza. 

IL MATTO
Un clown in danze eterogenee che sembra persino non toccare per terra, quindi sollevato, sublimato, per cui il bordo di una scogliera con sembra più essere un pericolo. Il Cane, simbolo di fedeltà è la voce selvaggia interiore che avverte il Matto dei pericoli, ma qui è estasiato, ugualmente in aria. Lo zero è neutralità cosmica, i cerchi richiamo solare di perfezione. Le montagne come cristalli (di cui alcuni in basso) sono simbolo dello splendore materiale che si erge verso lo spirituale. 

IL MAGO
Un volto femminile con tratti maschili (baffi e pizzetto) è simbolo dell'androgino, maschile e femminile, la dualità nella saggezza e sapienza, incoronata sulla fronte sia con il simbolo dell'infinito (lemniscata) sia col triangolo che è la somma del divino 2+1 che è l'umano. Ed ecco il suo doppio sguardo, la luce sia divina che umana, un modo di vedere le cose su ogni dimensione. Infatti sul tavolo domina tutti gli elementi della natura raffigurati nei simboli degli arcani minori: spada (aria) coppe (fuoco) bastone (terra) e pentacoli (acqua). Il mago lavoro sugli elementi, per creare, per manipolare, per difendersi, per dare forma o vita. La rosa è simbolo di passione mentre i gigli sono simbolo della purezza con cui si vide la stessa passione, per cui Le rose denotano un'appassionata dedizione; i gigli rappresentano una devozione pura e univoca. Il numero romano I è identico alla lettera romana I, che significa l'ego auto-consapevole, mentre in inglese significa "Io" che è unicità, personalità, identità.

LA SACERDOTESSA
Un volto che si fonde, confonde, incarna ed innalza tutti gli aspetti del creato: I suoi capelli gli astri, il suo volto gli oceani, i suoi cappelli come foreste. Il terzo occhio sulla fronte è il simbolo dello yin-yang: unione e dualità, distinzione senza esclusione. Il libro della conoscenza segna la conoscenza dal principio alla fine (con lettere greche: alfa ed Omega) lei cerca le cose assolute, eterne, in mezzo al tempo. La Luna crescente è la forza energetica che muove le maree, la forza sacra che la sacerdotessa professa ed esercita  per essere in armonia con il flusso e riflusso della vita e della morte. Tutta l'energia è generata dall'interazione degli opposti, l'alternanza di negativo e positivo, sacro e profano, chiaro e scuro, finito ed infinito, secco e umido, dolce  e salato, caldo e freddo, giorno e notte. Lei è silenziosa, ispiratrice ma mai accettata come capo di religioni, invece è la regina della spiritualità. E' la forza di chi sa godere la propria sessualità in modo sacro, senza perderne il controllo, ma sempre in silenzio, nell'intimo più nascosto. 


L'IMPERATRICE
Lei è il richiamo della natura, è la madre terra, le sue ricchezze, come nell'immagine, non sono altro che gli elementi di cui lei dona e si dona (medaglia a 5 punte sul collo, il pentacolo, sono gli elementi); lei è creatrice, curatrice, ci nutre, donde il simbolo dell'uccello che porta una bacca al becco, perchè la natura ci offre il sostentamento. La terra in basso a sinistra sembra un granello di sabbia s confrontato col cosmo di cui l'Imperatrice è immagine, coronata di Stelle. L'imperatrice è dono della vita, è una carta che richiama anche la nostra madre, l'essere anche noi materni. L'imperatrice dovrebbe regnare invece finora l'essere umano non ha fatto altro che sfruttarla e sottometterla al proprio uso e consumo. 

L'IMPERATORE
I simboli del mondo o globo terrestre indica estensione del suo dominio, lo scettro il comando su questa estensione e questi sono sopra un vassoio, significa che il suo potere è al servizio di un popolo. Offre sicurezza e protezione, rinchiuse nel simbolo delle alte mura di una città curata con i suoi giardini. Le due teste di ariete sulle spalliere del trono indicano che è lui a fronteggiare ogni sforzo. Se l'Imperatrice incarnava la natura l'Imperatore per curare la natura impone la legge. Lui è la forza che in noi dispone tutto per il giusto andamento della vita. L'imperatore incarna molto i governanti, i professori, un datore di lavoro, le autorità civili,  i nostri genitori (in particolare il padre), il nostro Ego dominante. La sua forza di carattere può portare a un atteggiamento piuttosto duro o cinico nei confronti di coloro che non sono all'altezza dei suoi alti principi. Significati: modellare il mondo materiale. 

LO IEROFANTE 
In alcuni mazzi non viene chiamato il Papa bensì lo Ierofante parola latina che significa "quando il divino si rivela" infatti in questa figura l'ierofante ha una vista piena di luce, sa cogliere la dimensione spirituale, vede oltre il piano materiale. Se riflettiamo anche la parola "Pontefice" aveva quel significato: colui che crea un ponte tra due dimensioni ed attraverso lui si può passare da una sponda materiale a quella spirituale, qui lo sfondo della Tiara è proprio l'universo, un arcata aperta verso l'infinito. L'alone del rombo è simbolo del doppio triangolo unito alle basi, è l'unione di cielo e terra. La Tiara in testa ha davanti un occhio, è il sole, la luce divina che si sparge in raggi, sono le onde che vediamo nella Tiara. Nella mano sinistra ha una carta col simbolo del pentacolo (dominio degli elementi materiali, il piano terreno). I due stendardi verdi che ai lati si parono verso l'ingresso del tempio sono il simbolo della natura. Le 3 finestre in alto sono i portali del divino e dell'anima umana. I personaggi che sono accanto allo Ierofante sono i fedeli, vestiti tutti in maniera che denota provenienze e ranghi distinti e diversi (cardinali, zingara, politico, massaia, ecc...) perchè nessuno deve essere privo della conoscenza che lo Ierofante darà in dono. Dunque non sono fedeli al Papa ma alla conoscenza che il Papa elargisce, lui è un rappresentante e come tale può essere un nostro maestro, un guru, un capo tribù, un mistico, un educatore o padre spirituale, chiunque ci faccia scoprire la dimensione del divino e della spiritualità. 

GLI AMANTI
Uomo (yang) e donna (yin) si uniscono nel silenzio eloquente di un bacio (dualità: dire il massimo con il silenzio). La natura si unisce a loro: una coppia di uccelli nel loro mondo, i gigli della purezza, i tulipani simbolo dell'amante perfetto, gli alberi a destra e sinistra incorniciano lo sfondo (futuro) simbolo di fermezza, stabilità e forza. L'uomo ha sulla camicia una corona (è il re) lei invece 3 stelle sul braccio (riflesso della stella divina in alto, la stella di Davide, il Re dei re). Il loro amore genera la perfezione  ed ecco quella scia o coda di spermatozoo che sale in alto e forma la stella di Davide con dentro il frutto dello Yin-Yang. Equilibrio in mezzo alla follia, perchè l'amore è sempre irrazionale (la coda dello spermatozoo non è dritta, ma sinuosa, come lo è la verità, l'amore, la ricerca, un po di qua e di là). La coda esce da un fiume, acqua quindi vita, profondità, freschezza. Per raggiungere una tale perfezione si devono tenere in equilibrio tutte le nostre imperfezioni, si deve avere la capacità di dialogo, di alleanza, di fare patti, accordi, rinunce, spazio all'altro ed ecco gli aloni a cerchi perfetti di luce solare lunare e planetaria che si espande in crescendo (questa luce rotonda è l'ovulo dove lo spermatozoo si addentra e crea, genera, trascende). 

IL CARRO
Questo Arcano è il trionfo per eccellenza, è la corsa della vita, il percorso dell'esistenza. Molti filosofi nell'antichità hanno paragonato il nostro corpo ed anima nell'allegoria del carro e il suo cocchiere. Pensate alla metafora di Gurdjieff  è il corpo fisico, i cavalli le emozioni o corpo astrale (emotivo), il cocchiere la mente o corpo mentale, e infine il passeggero la coscienza l'anima l'io superiore o corpo causale. Uno degli aspetti più interessanti di questa metafora è il fatto che i cavalli - il corpo emotivo - porta avanti tutto. Ovvero, le emozioni sono la forza trainante dell'essere umano. Le emozioni in sostanza, sono ciò che determinano cosa farò della mia vita. Qui i cavalli però hanno la simbologia dello Yin (cavallo Nero) e dello Yang (cavallo bianco), la dualità che con le sue leggi porta avanti ogni cosa, noi compresi. Questi due cavalli li troviamo ovunque, nella lotta sociale tra ricchi e poveri, nelle fazioni politiche di destra e sinistra, conservatori e liberali, tra laici e consacrati... ecc. Sapere tenere in equilibrio queste tendenze, senza lasciare che una delle due travolga l'altra. Il Carro è la forza volitiva, la nostra spinta trainante. Il Carro è in viaggio, fuori le mura, è il progredire, il distacco, l'evoluzione. Le armi dietro il carro (faretre ed arco) ci ricordano sempre che farsi strada nella vita è comunque una lotta. 

LA GIUSTIZIA
Tutto in questa carta dimostra equilibrio, equità, imparzialità, dualità perfetta. Giorno e notte, gli elementi della natura (4 triangoli sui piatti della bilancia) sono in equilibrio. La Bilancia non soltanto è giustizia ma come segno zodiacale dà l'inizio all'equinozio d'autunno, il periodo dell'anno in cui si celebra l'abbondanza della terra vivente nella mietitura quindi le creature si raccolgono per vivere l'inverno in raccoglimento e pace. La visione della giustizia (raggi luminosi) è imparziale, profonda, veritiera (L'aquila a destra rappresenta la potenza di una tale visione, di uno sguardo che sa vedere da molto in alto e lontano). I raggi di luce escono anche dalla corona a forma di torre, è la verità che illumina la dimora. Il manto della Giustizia è una notte stellata, è la legge della natura, del cosmo su cui il simbolo del Yin Yang in orizzontale è pace, riposo, estasi. La rosa su cui si erge e da cui nasce la bilancia è l'amore, una giustizia che non può fare del male. 


L'EREMITA
Questo asceta è un eremita con stile indiano, un Sadhu, seduta Yoga, una fascia in fronte che ha il simbolo dell'Om che rappresenta il suono del tutto dentro il nulla, l'unità dell'universo. Sul braccio destro il simbolo zodiacale della vergine per l'amore con cui è dedito alla ricerca dell'Amore. Sulla stola che pende alla sua sinistra il simbolo di Giove, l 'attrazione più grande planetaria, come lo è appunto l'amore e sotto c'è il simbolo alchemico del sole, la luce della verità e della stessa vitalità dell'amore. L'eremita incarna la solitudine e fa di essa la sua compagnia, è solo ma non si sente solo. E' allievo di se stesso e maestro di se stesso. Barba e cappelli lunghi sono una tradizione di dono, intoccabilità, purezza naturale, sintonia con la sua natura selvaggia e recondita ancestrale. La lampada che brilla è la sua fiducia, la luce dell'amore, unica guida nel buio del suo cammino; questa luce emana un gruppo di stelle, la lontananza, il distacco dal creatore, la sua lungimiranza. Il fior di lotto ai suoi piedi è simbolo di spiritualità, consapevolezza ed illuminazione che si riflette nella notte che lo incornicia. Dietro le montagne un alba o un tramonto perchè l'eremita è sul bivio tra il già e il non ancora, la vita e la morte, aldilà e aldiquà. Il passerotto solitario è la melodia dei suoi pensieri. 


LA RUOTA
Un immagine ricchissima di simboli. Ci sono ben 33 cerchi, incastrati in 12 triangoli e 3 quadrati. La geometria significa etimologicamente "misurare la terra", composto dal prefisso geo che rimanda alla parola γή = "terra" e μετρία, metria = "misura". Ma perchè misurarla? Noi ci misuriamo con le cose o le persone per sapere se siamo fatti l'uno per l'altro: ci misuriamo le scarpe, misuriamo la forza del nemico, misuriamo l'amore che ci danno, misuriamo gli ingredienti di una dieta, ecc... Gli antichi hanno scoperto, tramite la geometria, che il mondo è fatto di solidi (cubi, piramidi, palle, ecc...) ma questi erano descritti dai numeri (aritmetica), ma il numero è freddo, duro, appunto senza movimento (ἀ = privazione e ριθμός = movimento), a-ritmo cioè i numeri sono senza movimento. Allora ci vuole LA RUOTA, la musica, il RITMO. La grandezza della ruota nella storia diede movimento ai solidi, per poi scoprire che i solidi apparentemente statici nella geometria, erano in verità in movimento nell'astronomia (il movimento dei pianeti, è dai cieli che ci vien dato il movimento, mentre dalla musica la ragione per muoverci). Il meccanismo magico del nostro sistema solare è schematizzato nella Ruota che gira alla perfezione, infatti la carta sembra l'ingranaggio di un orologio. Descriviamo il simboli partendo dal centro: punto nel cerchio bianco è simbolo alchemico del Sole, dal quale irradiano come petali di un fiore i corpi cosmici noti agli antichi (erano le 6 punte della stella di Davide), partendo dall'alto, in senso orario: Saturno, Giove, Venere, Luna, Mercurio e Marte. All'esterno si apre un altro cerchio con i 12 segni dello zodiaco. Nella parte superiore immediatamente fuori dallo zodiaco ci sono Plutone (sinistra) e Urano (destra), e sopra questi, al centro, c'è Nettuno.Nel cerchio di sotto c'è il simbolo della terra. Ai lati 4 cerchi con dentro i triangolo che raffigurano i simboli dei quattro elementi: Acqua (in alto a sinistra) e poi in senso orario Aria, Terra e Fuoco. Le sfere gialle dei pianeti formano il diagramma dell'albero della vita cabalistico. La parola ebraica vicino a Nettuno, in alto, si legge Kether, che è la testa dell'Albero della Vita corrispondente ala Corona, l'apice della creazione, mentre la parola ebraica in basso è Malkuth i regno della terra. Qui la Ruota è la vita, il movimento del divino in ogni pianeta, in ogni elemento, è la linfa di Dio in ogni essere. La ruota deve ingranare per muoversi, come il corpo nello spirito: La carne lega lo spirito, ma lo spirito ispira la carne.La ruota è simbolo del progredire, trasformarsi, inoltrarsi, andare oltre. Noi dobbiamo seguire questo ciclo della natura, nessuno può sganciarsi. La ruota stabilisce che l'ascesa e la caduta delle nazioni è un ciclo inesorabile a cui tutti sono imponentemente legati. 


LA FORZA
Per comprendere la simbologia di quest'immagine dobbiamo innanzitutto tenere presente il ruolo delle 3 divinità indù: Brahma è il creatore, Vishnu è il conservatore ed infine Shiva personifica la distruzione e la riproduzione. Se osserviamo il leone ha in testa il simbolo di Shiva (tridente, mentre le 3 linee orizzontali sono l'esagramma dei Ching che rappresentano il creatore, il cielo, il padre). La forza può essere utilizzata per costruire o distruggere, per creare o sterminare. Il Leone è la forza Yang, maschile. Invece la donna incarna quella forza femminile, Yin, è nuda, si copre con il sudario, lei porta sulla fronte invece il simbolo del Dio Vishnu (anche se nel Veda è maschio) lei conserva la vita, la cura, la mantiene in vita. La corona ha poi la forma anche di un serpente la cui forza è la destrezza, non la potenza del leone, è quindi scaltra, in occidente vista come il serpente del diavolo, ma è la kundalina, la forza sensuale della donna che sottomette la bestialità maschile alla sua nudità. Adesso l'immagine ci rimanda ad una simbiosi cristiana: la donna ha in mano l'immagine di un leone che è la sua (come l'immagine della sindone sul sudario di Cristo), lei si copre con quella forza della delicatezza, sa domare la guerra, il potere, l'istinto maschile del distruttivo, della riproduzione avida, dell'apparenza egoistica. Lei con i suoi cappelli è una leonessa serena in mezzo alla natura. E Brahma? è il sottofondo della creazione, un vulcano che fuma in lontananza, la forza di un Dio vago, enigmatico e misterioso. Il giglio bianco è simbolo di purezza con cui la forza deve rapportarsi alla donna: delicatezza. Si rispecchia nel sole che sorge in lei come corona, quindi dominio, non è quindi forza bruta ma intelligente, non è dominio altrui ma padronanza su se stessi. 

L'APPESO
Di solito l'appeso si presenta come un condannato a morte, uno che subisce una punizione (mani alla schiena, piedi legati, alcuni persino bendati) invece questo è nella sua massima espressione di padronanza di sè. E' appeso per scelta, sembra una posizione yoga, la sua resistenza a sostenersi è forte, ha la posa di un pipistrello: riposa ma è sveglio. Le mani in preghiera quindi vede la luce (non si sa se di sole o di luna) formano l'aureola attorno alla sua testa: simbolo di santità, consapevolezza, illuminazione interiore. Le nuvole in cielo sembrano onde, richiamano le ripercussioni del mare. I suoi capelli come radici cercano la terra ma lui non la tocca, le sue radici (il piede sull'albero) sono per aria. L'appeso è una dimensione nostra spirituale appesa appunto tra cielo e terra, coglie queste due dimensione, il suo sguardo è diverso, vede al rovescio il mondo (sempre abbiamo detto dei geni e dei folli che sono rovesciati, che fanno tutto al contrario). Questi grandi spiriti che ci sconvolgono spesso finiscono per essere crocifissi, appunto appesi. Ma questi spiriti se veri sono nella loro intimità molto equilibrati, infatti se rovesciate la figura dell'appeso lui ha un piedi piegato per formare il numero 4 che è il simbolo della stabilità, del quadrato quindi dell'ordine, della regola, della precisione, dell'orientamento. 

LA MORTE
In questa carta ci sono delle particolarità, rispetto ai simboli tradizionali, in primis la morte non è sul solito campo santo, la terra, ma su un lastricato di cemento, morte stessa della natura, noi abbiamo scelto nel mondo civilizzato di vivere in giungle di cemento, isolandoci sempre di più dalla natura. Infatti in sotto fondo la luce del sole è incorniciata su un firmamento come qualcosa di artificiale, è il crepuscolo dell'umanità dopo quello degli dei. Davanti per terra ci sono 3 oggetti che raffigurano l'azione umana: la spada è il potere che gli esseri umani perseguono per tutta la vita ma senza capire spesso che sulla morte non si ha alcun potere donde la spada frantumata. L'orologio incastrato nel cemento, a confermare che anche il tempo, lusso supremo di chi ha capito la fugacità della vita, si ferma ed allora l'essere umano capisce che non era eterno. La corona infranta sono le ricchezze materiali, ugualmente effimere. C'è un teschio con un casco, ironia suprema della protezione che l'uomo cerca materialmente contro la morte senza averne mai la sicurezza, perchè la morte è uno spirito. Le tombe sono i detriti di una casa, un cancello, una grata, un colonnato, ecc...  per quanto duro ed armato come il cemento non possono reggere la fragilità di quella morte pur scheletrica ma immortale, indicandoci che la nostra dimora è altrove, siamo di passaggio. Nei Tarot ben si sa l'arcano della morte allude ad un cambiamento radicale, la fine di un ciclo, non è morte assoluta infatti porta in mano un uccellino, un principio di nuova vita. Per ultimo c'è anche una croce spezzata su di una tomba, perchè la religione non può dare una risposta alla morte, la morte non è una domanda bensì già una risposta in se stessa alla vita e se la religione non è vita (incarnazione, ma solo parole) dovrà soltanto inventarsi dei palliativi per illudersi di vincere la morte (anche Dio ne diventa uno di questi palliativi). Dimenticavo: la scure mortale o falce ha una lama dove si intravvede una scritta incomprensibile, come lo è la sentenza della morte per chi non sa leggerla. 

LA TEMPERANZA
Questo arcano è la capacità dell'equilibrio, di solito lei (appunto l'equilibrio) viene raffigurata mentre versa l'acqua da una brocca all'altra senza lasciare cadere per terra nemmeno una gocciolina dell'acqua. Simbolo di coerenza, comunione tra la teoria (una brocca) e la pratica (l'altra brocca), tra la materia e lo spirito. In questo mazzo di carte invece cambia radicalmente l'azione: lei versa il contenuto d'acqua dentro un flusso d'acqua, qui la difficoltà non sta nell'equilibrio, ma nell'abbandono, perchè l'acqua delle brocce è il nostro spirito che si fonde con lo spirito della natura, per farlo dobbiamo essere in armonia con essa, donde la temperanza interiore che ritrova quella esteriore. Questa è una delle legge della natura, il fluire, il restituirsi alla natura che ci ha donato se stessa in noi stessi. Ecco perchè l'airone si trova dietro di lei: simbolo di cambiamento, mentre nel "Libro dei Morti" il popolo egizio lo chiamava  Shenty, che significa "apertura di un ciclo". Sa volare ma ha zampe lunghe per affondare nella terra fangosa (temperanza tra cielo e terra), anche lei ha un piede a terra e l'altro dentro l'acqua, quindi impariamo ad essere spirituali senza disprezzare la materia, con la testa tra le nuvole ma con i piedi per terra, solitari ma comunicativi, discreti eppure amichevoli. Lei infatti una parte è vestita e l'altra è nuda, sa quindi essere intima ma anche distaccata, socievole ma anche riservata. Ugualmente il tempo, è soleggiato ma nuvoloso, perchè la vita è fatta di questo: alti e bassi, ciò che sale prima o poi scende. 

IL DIAVOLO
Questo è l'arcano 15, cabalisticamente è un riflesso dell'arcano 6 gli Amanti (cioè 15 sarebbe 1+5=6). Infatti gli amanti sono il simbolo dell'unione tra gli opposti, mentre Il diavolo mette in risalto ciò che si oppone all'unione; qui l'angelo non colpisce gli amanti, ma è un demone che incatena gli infatuati, è quindi l'unione degli opposti forzata. Quante persone pensano di stare insieme invece ognuno è per conto suo: emotivamente è l'odio, psicologicamente è l'ignoranza. La torre di avvistamento in fondo lascia capire che i suoi sudditi sono in una prigione, ma sembra come se amassero quelle catene (guardate oggi quanti amano ciò di cui sono proprio dipendenti e schiavi: un lavoro, una passione, una persona che amano assurdamente, un fede senza trascendenza, un conto in banca...). Il costume che indossa il diavolo è molto eclatante: un misto di abiti militari ed abiti religiosi, simbolo della corruzione tra politica e religione. La stella rovesciata al collo (pentacolo, i 5 elementi primordiali) è simbolo della natura capovolta di cui siamo non padroni ma vittime, il diavolo in primis. Infatti lui ha al naso un anello, come lo si usa con i tori o buoi più giganteschi nelle fattorie, per quanto feroci, basta tirarli il naso e diventano mansueti e docili come un agnellino, quindi? il diavolo non è una forza incontrollabile, ma una potenzialità psichica che se imparassimo a dominarla ci darebbe il meglio di sè: la libertà. E' una parte primordiale, sì bestiale (come alludono anche le corna) ma ci vuole fiuto (anello al naso) cioè intuito per addomesticarla ed usarla a nostro favore.  Il diavolo rappresenta il punto più basso nel ciclo della vita. In fondo, però, c'è speranza e finchè non si tocca il fondo non si può davvero misurare l'altezza a cui possiamo risalire. 


LA TORRE
La torre architettonicamente è sempre stato il simbolo dell'altezza umana ma anche dello spirito altezzoso arrogante e prepotente dei governanti della terra che si ritenevano persino delle divinità, un progetto che si innalza per guardare gli altri dall'alto, per scrutarli, per dominarli. Infatti nel medioevo la grandezza di un casato regno o religione, si manifestava nell'altezza della costruzione dei suoi torrioni, castelli, campanili. La torre di Babele ne è l'emblema di questo tentativo umano di superare e raggiungere il divino con le proprie e sole forze umane. A livello psicologico la torre è la mente che pensa di capire e vedere tutto dall'alto della ragione (viviamo appunto oggi nella torre della scienza), ma c'è uno sguardo divino in alto che domina il creatore. L'occhio è quello di Horus, nella religione egizia il simbolo di protezione, della prosperità, del potere regale e della buona salute, ed è personificato dalla dea Wadjet ecco perchè lo striscio sotto l'occhio a forma di serpente (il suo sguardo pietrifica chiunque, come la Medusa, è il gelo della coscienza). Dentro di noi c'è questo sguardo, chiamatelo coscienza, intuito, presentimento, vuoto, a volte si presenta persino come noia, depressione, tristezza e brucia, butta giù tutte le nostra fondamenta e sicurezze umane; ecco la corona delle certezze umane che cade e si infrangere, anche i nostri sudditi o passioni cadono, falliscono i nostri piani, sogni e speranze. Sopra la torre della nostra ragione c'è ancor qualcosa più profondo: il cuore celeste, è lì che dovremmo innalzare lo sguardo ed edificare la lungimiranza delle nostre prospettive o convinzioni trascendentali. 

LA STELLA
A differenza della Temperanza qui lei è totalmente nuda, perchè la luce in firmamento non si nasconde, splende e questa carta è un gioco di riflessi e di luci. La Stella in cielo ha la forma della stella di Davide, ma per gli alchimisti sono due triangoli intrecciati uno verso l'alto (la ricerca dello spirito) l'altro verso il basso (la nostra dimensione materiale umana), questa stella sprigiona una luce che si riflette sia nel sole nascente all'orizzonte che sulla fronte della donna, quindi il pensiero, perchè la conoscenza è luce. Ricordiamo che Cristo viene descritto come il verbo incarnato (Parola e Sole nascente), anche molti indù considerano Cristo come un Krishna, un avatar (emanazione) di Vishnu, la divinità discende in forma corporea, quindi come una personalità luminosa. Il nostro compito, come la stella, è di far brillare questa luce, versare questa conoscenza che portiamo in vasi di creta (corpo) su quel fior di lotto, un fiore spirituale che cresce in acqua perchè come l'anima vive di spirito, non affonda le sue radici in terra ma nell'acqua. 
L'acqua però impregna tutta la terra: sgorga da una cascata, si versa su un fiume e lei lo accarezza con un piede; abbiamo bisogno vitale di rimanere in contatto con la nostra natura, è uno specchio della società e della coscienza collettiva dell'umanità, o anima, o karma. Sfruttamento o generosità, incuria o pianificazione a lungo termine, ignoranza o conoscenza: tutto si riflette nei fiumi, nelle montagne, negli oceani, nel cielo. La stella è una carta di speranza, di coerenza tra il divino e l'umano, tra il cielo e la terra, è chi sa sognare l'oltre senza disprezzare il qui ed ora. 
Il fenicottero non la teme, le sta accanto, definito anche “uccello dei quattro elementi” (aria perchè vola, acqua perchè cerca i fiumi per cibarsi, fuoco per i colori fiammeggianti delle sue piume, terra per la capacità di affondare le palude e il fango), è simbolo della trasformazione e resurrezione. Ogni fenicottero ha 12 piume nere per ogni ala, fondamentali per il volo che avviene prevalentemente di notte e per questo è simbolo anche di chiaroveggenza. 

LA LUNA
Qual è il fascino della Luna? La luna è come un pianeta, il più vicino a noi visibile, questo ha creato già dall'antichità il suo potere come un riflesso del nostro inconscio invisibile. Perchè? Perchè lei non ha luce propria, come l'inconscio vive al buio, ma è visibile grazie al sole che, guardate il caso, la rende più visibile quando lui è assente, appunto come l'essenza che giace nel nostro inconscio: lo si può cogliere soltanto di riflesso, di intuito, è uno sfondo speculare della ragione (sole) e lo si comprende senza la presenza della ragione(è il granchio che esce dall'acqua). L'inconscio non è male in sé, anzi custodisce tutte le nostre potenzialità azzoppite, però è pericoloso in quanto può aggirare la ragione e la coscienza, perchè cerca sempre la gratificazione fisica ed emotiva e questa se non è guidata dalla ragione tende a farci credere che è vero tutto ciò che ci piace e ci fa comodo e, ahimè, non è sempre così. La luna ha un effetto particolare sull'elemento acqua (maree, liquidi, cicli mestruali, persone molto colleriche, ecc...) infatti si dice che la luna piena rende gli spiriti irritabili o pazzi. Il Cancro fa parte della triade zodiacale dei Segni d'Acqua, ossia dei segni con caratteristiche "lunari" e "femminili" (passività, riflessività, introspezione, affettuosità, sensibilità, passionalità ma anche apprensione, insicurezza ed introversione), e un richiamo alle acqua primordiali (amniotiche), non per caso qui la Luna ha in sè l'inizio della vita nel segno dei pesci. Il Cancro, in particolare, è domiciliato nella Luna ed in virtù di queste sue caratteristiche è stato inserito nella diciottesima Lama dei Tarocchi. Come il granchio anche noi dobbiamo un po camminare indietro ( a ritroso nel nostro passato) per cogliere la luna dell'inconscio, la Luna.  Il Cancro rappresenta un portale di passaggio, ma contrariamente alla concezione egizia, per essi si trattava di un passaggio alla nascita, appunto come lo è l'incontro con il nostro inconscio. Questa carta nei Tarot è la più introspettiva. La Luna ci invita a guardare la pienezza del buio, della chiaroveggenza, delle emozioni nascoste, degli impulsi inspiegabili. Le 12 stelle attorno alla luna indicano il tempo ciclico e non lineare, la sincronia che dovremmo avere con la legge della natura.

IL SOLE
Il sole sempre è stato simbolo di luce quindi di conoscenza e di vita, perchè col suo calore fa crescere la vita nel nostro pianeta, ma anche uccide con il suo calore batteri, funghi, muffe, virus; il bambino che spesso accompagna questa carta è l'emblema della vita nella pienezza della sua vitalità. Ma il sole potrebbe anche essere mortale, portare siccità e cecità, ecco perchè dietro il sole c'è una inquadratura di notte dunque di buio latente. Una conoscenza assolutista e totalitarista acceca qualunque mente, come il fanatismo. Nei confronti della verità non dobbiamo mai avere la sicurezza o la presunzione di averla, perchè nascono le leggi, i dogmi, i precetti, il sole non può essere visto ad occhio nudo nella sua totalità. Verso la verità dobbiamo avere un semplice e docile desiderio allora nasce soltanto la voglia della ricerca, ecco l'innocenza del bambino che si sommerge nella natura che le diventa madre, non è abbandonato ma accolto. Spesso ci auguriamo di essere persone solari ma questo implica non solo la nostra simpatia e calore, ma anche onestà e chiarezza che spesso scotta e brucia a chi è debole di pelle (di coscienza). Il sole ha 24 raggio che rappresentano le 24 ore del giorno divise in 3 parti (8x3=24) in base alla profondità dei saggi, alchemicamente è la divisione delle persone secondo la loro capacità di comprensione: il novizio (superficiale) il professo (medio) e il maestro (profondo). 

IL GIUDIZIO
Questo arcano viene associato in maniera religiosa e spirituale al giudizio universale quindi a quel momento in cui la persona dopo la morte scopre finalmente cosa si celava dietro la morte: i cristiani appunto al giudizio universale, altri alla reincarnazione oppure al karma. Ma a livello psicologico si riferisce ai momenti in cui noi moriamo dentro l'anima ogni giorno: morte di un amore, di un amicizia, morte di una convinzione, quando finisce una tappa della nostra vita, quando scopriamo una falsità... sono tutte morte da cui dobbiamo riprenderci e rinascere, ecco perché infondo si vede un alba,  lo spettro della luce solare indica vita nuova. La tromba del giudizio, in questo caso 3 trombe che scendono dall'alto, è la voce della verità, della coscienza. Il giudizio ci costringe a confrontarci con le conseguenze delle nostre azioni, fisiche e mentali. Questa carta ci chiama al confronto, a mettere le cose in chiaro, a guardarci allo specchio, a tirar fuori i morti sepolti, cioè segreti, dolori, rancori, sbagli (i cosiddetti scheletri nell'armadio). Il Giudizio è quindi una trasformazione, una svolta, è positivo, non tutti sono pronti ad affrontarlo. I modelli creati durante tutta la vita ora si solidificano e vengono bloccati per la valutazione. Infatti la prima persona che esce dalla terra ha anche le catene dalle mani spezzate, è liberazione. Se il chicco di grano caduto in terra non muore non darà mai frutto, per cui alcune volte è meglio lasciar perdere, alcune cose devono finire, lasciamole morire, è l'inizio di una nuova tappa o dimensione. 

IL MONDO
Un arcano affascinante. E' un cerchio dentro un altro cerchio perchè ognuno di noi è un mondo dentro questo mondo. Basterebbe seguire le leggi dell'universo per entrare in armonia e contatto con il movimento e la danza cosmica. L'ordine viene raffigurato dai quattro animali come i punti cardinali e come simbolo degli elementi:  l'angelo è aria, l'aquila è acqua, il toro è terra e il leone è fuoco. Nella tradizione cristiani questi animali erano simboli degli evangelisti: Matteo l'angelo, Giovanni l'aquila, Luca il toro e Marco il Leone. La donna con un bastone in mano dirige l'orchestra, l'armonia, è l'energia universale, la dea Shiva trasformata nella dea Shakti parola che significa "energia generatrice". Perchè donna? di solito si pensa che l'amore di un uomo è il mondo mentre il mondo di una donna è l'amore, quindi l'uomo attivo costruisce il mondo mentre la donna passiva lo cura, invece a livello psichico è il contrario: l'uomo che vorrebbe stare sul divano, lasciato in pace, quando arriva a lui il profumo di Shakti, il suo cervello viene messo in moto e fa di tutto per costruire il mondo gradito alla sua dea; ciò che rende il maschile (il raziocinio, la forza, l'ingenio) attivo è l'istinto femminile (quello psichico, artistico, mistico). Spesso diciamo che l'uomo è attivo ma dimentichiamo che è la donna l'attivatrice, questa è una veduta vedica orientale diversa dalla nostra occidentale. Eppure se ricordate nella Genesi biblica lo spirito che aleggia e cova e fa muovere le acque dell'abisso è femminile: la colomba Iahu (o Yahve). Questo arcano ci incita alla creazione, ad impegnarci nel mondo dell'arte, della ricerca di altri mondo interiore, è un portale che ci spinge a non fermarci alla dimensione quotidiana ed uscire dalla routine.


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