MYTHIC TAROT


Questo mazzo di Tarot è stato creato da Juliet Sharman-Burke, una psicoterapeuta, e Liz Greene, un'astrologa (le carte sono state disegnate da Tricia Newell). Pubblicato nel 1986. La sua particolarità sta nel fantastico approccio tra mitologia greca ed archetipi psicologici, quindi abbinare un eroe o dea o degli dei con degli arcani. In questo senso i personaggi incarnano, come era lo scopo della filosofia di Jung, un viaggio verso la realizzazione interiore e cioè l'individuazione.

Un cambiamento notevole è l'ordinamento degli Arcani Maggiori: qui troviamo la Papessa che risiede accanto al Papa tra l'Imperatore e il Papa, L'imperatrice pure insieme all'Imperatore mentre la Giustizia, la Temperanza e la Forza che sono le 3 virtù cardinali sono insieme (manca la prudenza ovviamente che viene rappresentata dall'Eremita). 

Il Matto - Dioniso, la Ragione della Follia
Spesso il Matto viene rappresentato lanciandosi da un dirupo, come se desse un passo in falso, invece è simbolo della caduta, della fiducia totale di iniziare una nuova vita, di lanciarsi in un viaggio o impresa del tutto assoluta e sbalorditiva. Il primo passo che noi diamo in un cambiamento ci sembrerà sempre folle, ci sentiamo matti. Ci sentiamo matti quando diamo il primo bacio, il primo giorno di scuola, quando ci sposiamo la prima volta sperando sia l'ultima ovviamente, quando abbandoniamo un lavoro per un altro e via dicendo. Il Matto è la prima carta del mazzo e lui si avvia verso l'ultima che è il mondo, il suo mondo, da conquistare e costruire. Il matto non è un intuizione logica (come quella del Mago) ma un istinto impulsivo che ha senso soltanto per il nostro cuore e non chiaramente per la nostra ragione. 
Ma chi era Dionisio? Era il figlio di Dio con una mortale (non vi ricorda per caso Gesù figlio di Maria?). Era quella linfa vitale che si sveglia in ogni essere umano e lo spinge alla liberazione. Originariamente fu un dio arcaico della vegetazione, legato alla linfa vitale che scorre nelle piante, in noi invece Dionisio è lo istinto vitale, il fluire selvaggio della natura, spontaneità delle emozioni, la follia dell'irruzione spirituale donde poi abbinata al vino, ebbrezza divina, perchè lo spirito è follia (ne abbiamo parlato altrove dell'etimologia della parola spirito=liquore). Dioniso incarna, nel suo delirio mistico, la scintilla primordiale e istintuale presente in ogni essere vivente ed è quello che noi chiamiamo spesso il Yin, il selvaggio, l'Ombra divina. Infatti chi era la madre di Dionisio? Semele che significa "il sottoterra" (contrapposto a Selene la Luna il sopra terra), il nostro sottoterra è l'istinto selvaggio, i meandri dell'inconscio, il regno di Dionisio e della follia. 
Era era la moglie fedelissima di Zeus quindi anche gelosissima dei tradimenti di suo marito ragione per cui decide di uccide Dionisio. Ma, come Gesù, Dionisio fu ucciso e suo padre lo fece risorgere. Dionisio come Gesù morì a causa dalla gelosia umana, una trappola mortale di Era (la legalità, il Yin mancante, l'effimero) che ci lega in maniera maniacale a questa dimensione terrena (infatti Era è dea del matrimonio) mentre una parte di noi sogna l'aldilà, il divino (le scappatelle di Zeus). Semele chiede a Zeus di farsi vedere per quello che è altrimenti lei non gli si concede sessualmente, allora lui cede e apparendo nel suo splendore (fulgore di fulmini) Semele resta carbonizzata. Cosa significa questo? Sapete cosa ci capiterebbe a noi se la verità (Dio) ci si presentasse nel suo splendore dentro la nostra anima nuda? ci bruciamo, sono quei momenti di totale depressione, di panico, è la morte interiore. Semele era incinta e Zeus strappa il feto dal ventre materno e se lo fece cucire dentro la coscia. Tutto questo ha un senso: la coscia è simbolo di forza ed equilibrio (grazia ai suoi muscoli possiamo stare in piedi e muoverci con flessibilità senza cadere) proprio come una mente brillante sa muoversi e restare in piedi se nasce da questo trauma divina. Zeus partorisce in quanto padre e uomo un figlio, perchè la follia nasce non quando tu perdi la ragione ma quando scopri la ragione, dall'aver compreso in profondità (coscia) l'assurdo dell'esistenza, del divino, dell'umano. Dionisio è per questo la fibra di Dio, un Dio oltre la divinità, un Dio così umano (come Gesù) da non crederci (follia pura) meglio ubbriacarsi, di fatto i Romani lo innalzano a Dio del vino e lo faranno tutte le religioni con Gesù.
Ricordiamo anche che viene detto che il giovane Dioniso sia stato uno dei tanti allievi illustri del centauro Chirone che nei Tarot sarà proprio Lo Ierofante (il Papa). Nietzsche sosteneva che la vita stessa, come principio che anima i viventi, è istinto, sensualità, caos e irrazionalità, e per questo non poté che vedere in Dioniso la perfetta metafora dell'esistenza. Era (la pesantezza del vivere)  arrabbiata follemente, maledisse Dionisio costringendolo a vagare per il mondo. Dioniso ha dato all'umanità l'ubriachezza e la redenzione spirituale a coloro che erano disposti ad abbandonare il loro attaccamento al potere mondano e alla ricchezza. Ma la legge della natura di Dionisio (la follia) è questa: l'uva per diventare vino deve fermentare, uguale come l'anima per diventare illuminata si deve dannare.
Alla fine, suo Padre lo fece salire sull'Olimpo, la casa degli dei, dove ha preso il suo posto alla destra del re degli dei.

Il Mago - Ermes
Dopo il salto nell'abbandono interiore (o fede) che ha fatto il Matto Dionisio, ricordiamo che Zeus affidò proprio ad Ermes la custodia del piccolo Dionisio. Ermes è il Mago in questa seconda tappa del viaggio junghiano verso la magia interiore. La follia deve diventare magica cioè divina, altrimenti è resta una follia comune, "normale" quindi stupida e puerile, come quella di chi si crede speciale, folle e geniale ma non lo è affatto. 
Ermes è un pastore o guida, ma anche un messaggero degli dei ecco perchè nei Tarot è il Mago, colui che cerca e ricerca, guida delle anime nel mondo sotterraneo. Conoscitore della natura (infatti nella figura ci sono i 4 simboli delle carte o degli elementi: coppa, denari, spade e bastoni) su di un altare o laboratorio alchemico. E' figlio sia di Zeus (la luce primordiale) che di Maia una delle pleiade (l'oscurità primordiale). In quanto messaggero degli Dei, Ermes ha accesso ai segreti della psiche umana: sa agire sui sentimenti (coppe) intuisce i ragionamenti (spade) coglie il valore trascendentale della materia (pentagono o Denari) ed infine comprende emotivamente l'attaccamento degli esseri umani alla loro natura (bastoni). 
Ermes è quella parte magica che c'è in ognuno di noi, la saggezza interiore, il ricercatore introspettivo, il nostro messaggero onirico. Da questo aspetto però Ermes è un imbroglione (non sempre sappiamo interpretare i nostri sogni e li confondiamo con i nostri caprici), infatti ricordiamo come Ermes  rubò la mandria di bovini di Apollo suo fratello, senza lasciare traccia alcuna proprio come tantissimi dei nostri sogni.   Ermes è la saggezza inconscia dentro di noi, che si prende cura di noi, e che può apparire a noi, come se per magia nei momenti più critici della nostra vita ci offrisse una guida e la saggezza. Seguire questa guida è fondamentale, ma il percorso non è sempre protetto e sicuro. Dobbiamo imparare a riconoscere questa voce interiore, suona come un liuto o come un pifferaio matto, non per caso fu Ermes a creare il flauto di Pan. E' un incantatore del nostro serpente interiore (la kundalini) . 

L'Imperatrice - Demetra
Riprendiamo il percorso: il Matto decide di fare un cambiamento (è la nostra parte istintiva, selvaggia, la rivoluzione interiore, la conversione), ma è un viaggio interiore quindi prima parte con la testa ed ecco la figura del mago (Yang), adesso parte anche col cuore e sorge la figura dell'Imperatrice (Yin). Nei Tarot mitologici non per caso è abbinata ala Dea greca della Madre Terra. L'immagine è eloquente: lei è incinta in mezzo ad un campo d'orzo fiorito con lo sfondo di acqua e montagne, un compendio dello splendore della natura. 
Nella dimensione interiore il mito di Demetra ci insegna qualcosa di primordiale: La vita introspettiva è l'inizio della conoscenza interiore del sè, l'imperatrice è quella forza materna (generatrice, ecco perchè incinta), che ci dà la forza e la voglia di crescere e coltivare una vita nuova, ma il mito racconta che Demetra un giorno non trovò più sua figlia Persefone (nei Tarot sarà la Sacerdotessa), vale a dire l'Anima. Quanti di noi non sanno nulla sulla propria anima? sono sterili e di fatto quando Demetra venne a sapere che sua figlia era stata rapita da Ade (l'inferno, il nostro lato oscuro) si infuriò, e rese sterile la Terra, rifiutandosi di darle abbondanza. Ermes allora fa un patto con Ade: lasciare che Persefone stia con la madre 9 mesi per poi  fare ritorno negli inferi per i restanti 3 mesi. Ricordiamo che Ermes è il mago (la ragione), lui riesce a comprendere che Persefone appartiene ad un altra dimensione, infatti lei non poteva tornare indietro in quanto aveva mangiato il melograno, il frutto die morti. Chi si dedica allo spirito sa che ormai questo mondo gli starà sempre stretto qualcosa dentro è morto e si giova stando nella sua solitudine interiore (L'Ade di Persefone). L'Imperatrice in noi sa di dove lottare contro la fragilità e la futilità, ecco l'inverno cioè le crisi della vita (i 3 mesi di Persefone negli inferi), ma poi ci sono anche i 9 mesi di vita, la primavera dei nostri sogni, l'estate dei nostri successi, l'autunno del riposo. Demetra è quella capacità di non disperarsi (il lutto dell'inverno) di sapere rialzarsi, di sapere che i tempi freddi, duri, di buio verranno sempre (l'assenza di Persefone). 

L'Imperatore - Zeus
L'imperatrice rappresenta la Madre, e il femminile (Yin), ed ora incontriamo l'Imperatore, il Padre che incarna il maschile (Yang). Zeus pur essendo il Re degli dei si impicciava troppo nelle faccende umane, non è il come il Papa che tende alla dimensione spirituale, ma è un Dio che vuole essere terreno. Ha in una mano il mondo che governa e nell'altra 3 fulmini che sono simbolo sia di luce, di incontro tra energie opposte e di distruzione. Infatti il fulmine è come la verità, di solito sono visioni intuititi, come lampi di luci, ma certe verità possono fulminarci o far restare gli altri stecchiti. L'aquila invece appollaiata sulla sua spalla sta a simboleggiare la vista dell'occhio dell'aquila che egli ha del mondo, così come l'istinto aggressivo e conquistatore che possiede.
Zeus in noi, a livello psicanalitico, è quella forza maschile, paterna, creativa, intraprendente, protettiva. E' la forza etica (l'imperatrice era quella estetica) è la disciplina e la regola (l'imperatrice era l'eccezione che confermava le regole). Zeus in noi è un impeto che potrebbe essere anche arrogante, prepotente, intransigente quando è ala ricerca del successo e die nostri obiettivi. Zeus è la forza mentale della ragione (l'imperatrice è la forza emotiva del cuore). Per avere un rapporto con il nostro padre interiore dobbiamo quindi sviluppare la capacità di raziocinio e perspicacia, la sete di verità, di ricerca interiore, di conquista su se stessi cioè la padronanza del sè. Ricordiamo che è un viaggio interiore.... il matto ingenuo con la riflessione diventa Mago e con l'amore (imperatrice) acquista la sicurezza di se stesso per affrontare la vita mondana  e le relazioni sociale, donde l'Imperatore come archetipo. Zeus è quindi la ragione che abita in un Monte santo (Olimpo= la parte più alta) che è la nostra mente o anima razionale e su quel trono governa tutti gli altri dei (come in noi è la mente a regolare istinti, passioni, emozioni, ideali). E' uno spirito creativo pronto persino a tradirsi, infrangere la sua stessa legge (come in noi la nostra imprudenza e desiderio dell'ignoto) quindi la trasgressione. Infatti la sua moglie Era (che è la nostra coscienza) non era d'accordo con la vita lussuriosa e libertina di Zeus sicchè il loro rapporto (come quello nostro con la nostra stessa psiche) era un continuo scatenarsi di lotte, dubbi, correzioni e promesse, dedizioni ed infedeltà. 

La Sacerdotessa, Persefone
Persefone è la Dea degli inferi, nei Tarot è la sacerdotessa, un po' divina ma anche strega, la Papessa, quella dimensione che a livello psicanalitico è l'immagine del collegamento con quel mondo interiore misterioso che la psicologia del profondo ha descritto come l'inconscio, l'ombra, il nostro inferno. In questo ondo nascosto c'è un frutto proibito, come quello dell'Eden, nella figura Persefone porta in mano un melograno, è il frutto die morti, in Matrix Morfeo lo chiama la pillola rossa. Chi la mangia si sveglia nel paese delle meraviglie, appunto gli inferi ma il suo sapore è amaro, nulla più ci soddisfa di questo mondo, non ci sentiamo più a nostro agio in questa dimensione, vogliamo andare altrove, oltre. Questo frutto ci lega, come a Persefone, al nostro signore oscuro (Ade, il nostro Daimon) per sempre. Persefone è il nostro sguardo interiore, il femmineo, l'anima junghiana, colei che conosce le nostre potenzialità più nascoste.  Come vediamo nell'immagine ha nell'altra mano un narciso, il fiore che stava raccogliendo quando fu rapita da Ade, perché noi rimaniamo prigionieri contemplando se stessi (appunto il narciso, l'Ego). Il portale su cui regna Persefone sono due colonne: Nera e Bianca, Yin e Yang, perchè Persefone è la capacità di cogliere il duale e restare nella via di mezzo, cioè imparziale, di raggiungere l'equilibrio. Le persone molto spirituali sono sempre tenute come Persefone in scacco matto dal loro narcisismo, dal loro lato oscuro (Lo sposo Ade), ma finché si muovono senza giudizio nel duale riescono ad accettarsi e tornare a galla, come Persefone, infatti c'è una finestra infondo piena di luce: è la vita, la bellezza del creato, le gioie della vita che Persefone impara a godersi finché non tornerà nel suo inferno invernale o inverno infernale. Le persone spirituali ed illuminate sono tutte ferite da questo infinito che li trascende e trascina in un lato oscuro, ma la bellezza che ti ha stregati, dà loro la forza di non restare nell'Ade che per periodi brevi, appunto coma Persefone nelle grinfie di Ade. 

Lo Hierofante - Chirone
Nei Tarot Mitologici il Papa viene abbinato al mito di Chirone, personaggio della mitologia greca, centauro, figlio di Crono e dell'oceanina Filira. Viene raffigurato come un centauro, ma con la testa e il busto di un uomo, con tratti da cavallo. Lunghissimi capelli e mentre benedice con una mano con l'altro porta un rotolo, il che suggerisce che un saggio, un maestro o un insegnante. Incorniciato da due colonne cha fanno ad arco l'ingresso ad un tempio o grotta.  
A causa della sua grande saggezza e spiritualità, è stato nominato re dei Centauri. Essendo Eracle venuto a contrasto con i Centauri ne uccise alcuni ed i superstiti si rifugiarono presso la grotta dove viveva Chirone, che peraltro era amico dell'eroe. Nel corso della battaglia una freccia, scagliata da Eracle, colpì al ginocchio Chirone. Questa ferita, causata da una freccia avvelenata, non poteva guarire ma nemmeno poteva portare a morte Chirone, nato immortale, cosicché gli causava indicibili sofferenze che lo portarono alla disperazione. Ricordiamo che nei Tarot Eracle è la forza proprio il potere che fa diventare folle il Papa quando lo usa come una freccia, come un arma (sociale o politica) e desiderando la morte, Chirone riuscì ad ottenerla scambiando la sua immortalità con Prometeo che era diventato mortale per i suoi contrasti con Zeus. Nel Tarot infatti Prometeo è l'Appeso, la figura del Papa che rinuncia alla sua grandezza. 
La doppia natura di Chirone è simbolo del lavoro dello Ierofante o Papa: mediare l'equilibrio tra il terreno e il celeste, tra le cose spirituali e quelle materiali, metà uomo  metà cavallo perché figlio di Crono un Dio e una mortale Filira. Chirone però non rappresenta nessun capo religioso e tano meno una religione, è la nostra capacità interiore di mediare la nostra vita attiva nel mondo e la nostra vita introspettiva nell'anima. Questo scrutare l'anima è la ferita di chirone (chi capisce patisce) e ha fatto di lui il guaritore ferito, colui che attraverso il proprio dolore, può capire e apprezzare il dolore degli altri. La parte di guaritore ferito di noi stessi ci insegna la compassione per noi stessi e gli altri, ma soprattutto la comprensione interiore.
Il Matto diventando Ierofante sa ormai controllare la sua doppia tendenza esistenziale (anche schizofrenica) di amare la terra pur desiderando il cielo, il matto esce dalle caverne sotterranee e si mischia nella folla delle città, diventa maturo (Papa o gestore e padrone di se stesso) ed avventurandosi nelle sfide della vita.

Gli amanti - Il Mito di Paride
Il suo giudizio nella gara di bellezza tra Era, Atena ed Afrodite.
Gli Amanti nei Tarot sono un arcano che rappresentano la scelta, il conflitto interiore di saper prendere sempre la decisione giusta. Nel Tarot mitologico questa scelta viene rappresentata da Paride che si trova a dover scegliere la più bella tra le 3 dee: Era, una dea matura, regale, possente, già moglie di Zeus, in mano aveva il mondo, vestita di viola simbolo della padronanza di sè; Atena dea della saggezza, in mano la spada della parola, vestita nella sua armatura da battaglia, casta e decisa, è la ragione sempre in lotta con la ricerca del senso e della verità. Invece Afrodite è sensuale, seducente, giovane, più che vestita e mezzo nuda, la dea dell'amore ed è proprio questa la debolezza che colpisce l'anima giovanile; lei ha in mano una coppa, simbolo della passione da bere. Quando siamo giovani non sappiamo valutare la grandezza del pensiero di Atena e neppure la forza della padronanza di se stessi avendo il mondo nelle mani, siamo invece attratti dalla bellezza fisica, dal piacere, dall'avventura. 
Questa scelta è tipicamente giovanile e ben sappiamo cosa c'è sotto: la guerra di Troia, simbolicamente è la guerra emotiva, istintuale ed irrazionale della nostra giovinezza, noi scegliamo la passione (Elena) ma la passione senza la ragione è un istinto proibito (moglie di Menelao). A livello psicanalitico possiamo dire che tutti noi subiamo questa guerra interiore (la giovinezza spesso è un troiaio), impariamo sempre attraverso le scelte sbagliare a subire le conseguenze delle nostre scelte (la distruzione della città di Troia). Il Giudizio di Paride è la scelta dell'amore che viene eclissato, falsato e persino manovrato dalla passione e ci porta a confondere sesso con amore, pace con guerra. Tutto il dramma di Troia è la tribolazione che noi subiamo per raggiungere la conoscenza di sè. Tutte le scelte hanno delle conseguenze di cui siamo responsabili. Come Paride immaturo tendiamo a dare poi la colpa al destino, agli dei gelosi, invece la colpa è delle nostre stesse scelte, siamo noi a forgiare il nostro futuro. 

Il Carro - Ares
Ares è il Dio della guerra, diverso da Atena, lei la dea della guerra ma il suo campo di azione è quello delle strategie di combattimento e dell'astuzia applicata alle battaglie (diciamo che lei è la testa), mentre Ares si diverte e si esalta per gli scoppi di furia e violenza (lui è il cuore). Ares è la nostra forza della volontà, infatti è alla guida del suo bronzeo carro che sono le passioni, incarnate nei cavali, sia buone che cattive, (bianco e nero, Yang e Yin). Le passioni in noi sono istinto puro, di fatto il carro viaggia su una strada sterrata, deserta, è lo stato brado del nostro istinto animale spesso selvaggio ed indomito, come i cavalli che tendono ognuno a seguire rotte diverse. E' da notare che gli istinti pur opposti vanno tenuti insieme (il duale), Ares è la padronanza di sé, la volontà che riesce a vivere le divergenze, che riesce a scegliere la strada non sempre buona o piacevole ma comunque giusta, persino non sempre vittoriosa, e di fatto ricordiamo che Ares pur essendo protagonista nelle vicende belliche, raramente risultava vincitore. Era più frequente, invece, che si ritirasse dalla contesa e che fosse Atena (la ragione) a metterlo in difficoltà e portare a termine i pasticci, proprio come fa in noi la coscienza con la passione. 

La Giustizia - Atena
Facciamo il punto della situazione: la nostra curiosità (Matto=Dionisio) ha intrapreso un viaggio verso la conoscenza (Mago=Ermes), ha capito che deve affrontare la rinascita interiore (Imperatrice=Demetra) e l'equilibrio del mondo materiale esteriore (Imperatore=Zeus), ma dentro troverà l'ostacolo dell'ignoro passato (Sacerdotessa=Persefone) e nel mondo troverà le avversità delle persone che lo vorranno contrastare perché diverso (Ierofante=Chirone). Arriva il momento della scelta (Amanti=Paride) restare nel mondo o va contro, una vera guerra (Carro=Ares). Adesso è il momento di incontrare Atena, è il primo incontro con una delle 4 virtù morali, è come un esame di coscienza, è il momento di fare un vaglio, fare i conti, tirare le somme, ecco la bilancia che Atena porta in mano. La spada che lei ha nell'altra mano è la parola, la verità quindi il suo giudizio in quanto dea della giustizia. Quando l'anima è diventata un po' matura acquista uno sguardo introspettivo molto raffinato, sa vedere il lato nascosto, ecco il gufi bianco che poggia sulle spalle di Atena: è è la chiarezza della visione. Non a caso il prossimo arcano sarà l'Eremita (il gufo è simbolo degli eremiti, coloro che in solitudine imparano a vedere nel buio della notte dell'anima). A livello interiore, Atena è il simbolo della capacità di giudizio e del pensiero razionale. I giudizi di Atena non si basano su sentimenti personali, ma su una valutazione imparziale oggettiva costruita su principi etici. Atena però è troppo fredda, idealista, ricordiamo che lei è il pensiero in quanto principio assoluto e molte situazioni nella vita hanno bisogno di essere valutate caso per caso, nel particolare e singolare ed è qui dove Atena, come la giustizia umana, fallisce. Nasce allora il bisogno di inoltrarsi nella realtà emotiva: la solitudine e sorge il prossimo arcano: la solitudine dell'Eremita. 

Temperanza - Iris
La carta della Temperanza viene rappresentata dalla bellezza greca Iris, la dea dell'arcobaleno. Conosciuta anche come il ponte tra il cielo e la terra con i suoi messaggi tra Era e Zeus, ma l'altro equilibrio era tra la terra ferma e le acqua, per questo sommerge un piede sempre nei fiumi, simbolo di stabilità nella fluidità. Lungo i campi ai margini del fiume si spandono i fiori di iris viola. Ha  due coppe, una d'oro e una d'argento, e fa scorrere l'acqua da una coppa all'altra in segno di equilibrio e fluidità, il costante cambiamento. Le coppe d'oro e d'argento rappresentano il bene e il male, il tempo e l'eternità, la forza duale del Yin-Yang, il sole e la luna, il maschile e il femminile, l'inconscio e il conscio, uniti dal flusso dei sentimenti e dei pensieri che si allungano nei suo capelli oscuri e volano nelle sue ali lucenti. Tutto questo ciclo si chiude in un arcobaleno dove la molteplicità die colori include ogni essere vivente, ogni moto, azione, ideale, splendore e bellezza. 
In Iris il percorso del nostro Matto impara nel contrasto della bellezza l'equilibrio. Due arcani sono quelli che hanno il compito dell'equilibrio: Atena che è la bilancia della giustizia, ma è l'equilibrio mentale tra equità ed obiettività pratica, mentre Iris è l'equilibrio emotivo, del cuore tra la bontà e la misericordia, il lecito e il proibito. Il versamento di quel liquido che è l'energia vitale ci dice che tutto fluisce, che tutto passa, che tutto cambia, che dobbiamo imparare a lasciarci andare a questo scorrere dell'Essere per rinnovarci sempre. 

La Forza - Eracle
Nel cammino della crescita il giovane Matto ha già attraversato grandi prove: il desiderio erotico, l'ira, la giustizia, la solitudine ...  adesso si trova con il doversi misurare con se stesso e non con gli altri, tutto l'ha conquistato con la forza adesso però deve fare i conti con la stessa forza, non è più il dominio sugli altri bensì su se stesso. Nei Tarot mitologici questa forza appartiene giustamente ad Ercole o Eracle. Nella figura è alla prese con un leone, il re della foresta che sta per la forza più potente della nostra giungla interiore: l'Ego, il re delle passioni, degli istinti, delle emozioni, dei pensieri.... la sua grotta come vediamo nell'immagine è simbolo del nostro inconscio, una forza sotterranea. 
Le imprese di Eracle sono tante, sintetizzate in 12 (le 12 fatiche di Ercole), perchè sono un numero simbolico di massima organizzazione, di inquadratura finale, piena visione. Il Leone in questione era quello di Nema, la cui pelle era così dura che non poteva essere penetrata dal ferro. Attenzione è proprio come l'Ego, la durezza (o testardaggine) è la sua pelle. L'ego come il Leone non farà altro che spopolare la regione della nostra interiorità, metterà tutti al bando e li costringerà al nascondiglio. Eracle riuscì a domare questo leone a mani nude: è la trasparenza della coscienza, l'unica forza possibile per affrontare l'Ego, mani nude è simbolo di purezza. Una volta ucciso il leone Eracle ne indossa la pelle, in altre parole l'Ego non lo si uccide (altrimenti diventi orgoglioso della tua impresa e quindi egoista e vi rinasce il male sotto parvenze di bene), ma Eracle diventa il leone: prende la sua pelle ne fa una tunica e la indossa quindi personifica il Leone, giustamente quello che si deve fare con le nostre forze nemiche: renderle amiche. Allora si diventa invincibili perchè si ha una certezza in se stessi, un solido senso di sè. Quando hai questa pelle addosso le critiche altrui non ti toccano, le offese che ti lanciano non ti feriscono mai, sei blindato nello spirito.


L'Eremita - Cronos
Mentre il Matto inizia prendendosi lo Spazio, ha bisogno di acquistare anche la dimensione del tempo ed ecco il perché è imprescindibile fare l'esperienza dell'Eremita. L'eremita affronta la realtà della mortalità ecco perchè in essa il tempo si spalanca verso una dimensione eterna. L'unica realtà eterna che noi conosciamo, anche se non vogliamo mai accettarla è proprio la Morte. Infatti nei Tarot mitologici l'eremita non porta un bastone da saggio come di consueto ma una falce, perchè il tempo essendo la creatura più saggia tutto lo dice, tutto lo rivela, tutto lo falcia. La falce è simbolo anche della mezza luna in quanto ciclicità del tempo. La luce della lanterna è la conoscenza, il corvo appollaiato sulla sua spalla è l'occhio della morte, la parte della nostra coscienza che divora le colpe (mangia morti) quella della correzione, la redenzione, il perdono. Si trova nel deserto come simbolo di solitudine. 
Il mito che gli corrisponde è quello di Crono, parola greca che significa appunto il Tempo, l'ultimo degli dei nato e di fatto noi percepiamo che ci manca il tempo quando lo abbiamo fin troppo sprecato, ì l'ultimo ad essere percepito e concepito. Le persone sveglie lo sanno che è una vergogna aver perso il tempo, anche Urano il Padre di Crono aveva vergogna che la sua progenie, perchè col tempo si perde il potere, la bellezza, la forza, siamo spodestati. 
Crono taglia i genitali di Urano e li getta in mare, quest'immagine a livello psicologico è splendida: il tempo ci falci la nostra arroganza, la nostra prepotenza, ci insegna cosa sia l'essenziale della vita e di fatto i genitali di Urano al contatto col mare (l'immenso) producono una schiuma (è il bollire, il fluire, il fruire) da cui nasce Afrodite, il senso vero delle cose: l'Amore. Ma il tempo fa passare anche l'amore se non vero, se non ne siamo leali e di conseguenza anche Crono sarà detronizzato da un Dio che si crederà il Dio degli dei: Zeus. L'eremita ti insegna che sei solo e mortale, che il tempo è saggezza, la gioventù va persa, il vigore fisico pure ma la memoria e la saggezza possono essere diluite dal passaggio del tempo, insieme con la pazienza.
  Il percorso positivo sarebbe quello di cambiare ciò che possiamo, di accettare ciò che non possiamo cambiare, e aspettare in silenzio fino a quando siamo in grado di vedere la differenza.

La Ruota della Fortuna - Le Moire
le tre dee del Fato: Cloto, Lachesi e Atropo
Il Fato in latino è il participio passato di "dire" quindi è quello che è stato già detto,  ciò che è stato annunciato. Questa concezione è stata combattuta da tutti i grandi filosofi, perchè se il destino è già stato fissato e predestinato, a nulla servono le nostre azioni, non ne abbiamo nè colpa nè merito, non esiste la libertà (Destino significa prefissare un qualcosa). Nella mitologia greca le dee del destino erano le Moire (da non confondere con le 3 Graie),  assimilate anche alle Parche romane e alle Norne norrene.
La domanda è: la vita è nelle nostre mani oppure siamo nelle mani di queste tessitrici delle Moire e ci capiterà quello che è stato già profetizzato?  Il Destino è qualcosa che è stato stabilito ma, come tutti gli eroi (i saggi) hanno cercato di lottare contro il Fato e se ciò avviene sarebbe assurdo pensare che anche la lotta contro il destino è stata destinata e prestabilita. Ecco quindi la Ruota che può girare anche in senso contrario. 
In realtà il destino non è che tutto è già stato predeterminato ma che noi abbiamo in mano le possibilità di realizzarlo o meno. Le Moire, se viste a livello psicologico, non sono altro che le nostre capacità o incapacità di gestire o subire il Fato (La Ruota gira in base alla spinta che le diamo noi stessi e nel verso giusto o sbagliato). Molte persone non gestiscono la loro vita, ma sono nelle mani invisibili delle Moire (vegetano), la Fortuna non è qualcosa che verrà ma il sapere come andarle incontro, la fortuna è capire che non esiste una forza che ci può controllare più che la nostra incapacità di decidere.
 Le tre donne sono sedute in una caverna oscura, simbolo dell'inconscio. Cloto, la più giovane, fila lo stame della vita e Lachesi girava il fuso, stabilendo quanto filo o tempo di vita spettasse a ogni uomo, usando lo stame bianco misto ai fili d'oro per indicare i giorni felici e lo stame nero misto ai fili d'oro per indicare i giorni di sventura. Infine  Atropo ("inflessibile"), la più vecchia, che, con lucide cesoie, lo recideva, inesorabile. Il loro lavoro non poteva essere annullato da nessun dio, Zeus compreso, perchè anche gli dei erano soggetti al destino. 


L'Appeso - Prometeo
L'arcano dell'Appeso è simbolo di ingresso in un altra dimensione, dove le cose apparentemente al rovescio acquistano un altra prospettiva: la visione dal basso, dell'inconscio. Anche il Cristo era appeso. E' un passaggio ad un mondo alternativo psichico, sono persone sveglie, consapevoli, non di rado ritenute dalla società inadeguate, insignificanti quindi colpevoli (asociali) da ciò la loro condanna a vivere appesi in un mondo di dritti (che si credono dritti e furbi e scaltri). Lo sguardo dell'appeso è l'intuizione dell'inconscio e l'istinto del cuore. Nei miti lo si raffigura nella persona di Prometeo, condannato al buio di una morte lenta e mai raggiunta, è la discesa nello spirito e la sofferenza di chi è chiaroveggente ed illuminato, persone che ogni giorno si sentono morire, l'inadeguatezza rode loro il fegato. Come prometeo gli illuminati hanno in qualche modo rubato o carpito il fuoco agli dei, il mistero della vita, ma chi capisce patisce. Ricordiamo che fu Eracle a salvare Prometeo (Arcano della forza, unica virtù che tiene in vita e lontani dalla follia gli spiriti scelsi). 
L'appeso è una condizione di sacrificio più che di punizione, è un prezzo da pagare per aver visto troppo, compreso troppo, vissuto troppo.  L'immagine di Prometeo è un simbolo di quella parte di noi che ha la lungimiranza di capire che è necessario andare controcorrente per trovare l'origine o chiarezza o verità nella fonte. E' una crisi inevitabile, i mistici in occidente la chiamano "la notte oscura dell'anima" (seguendo la filosofia dei riformatori Carmelitani). Nell'Appeso è l'ego che finalmente viene capovolto, sottosopra, non muore ma non ha più il sopravvento, non si può più ergere sopra lo spirito. L'Appeso dunque è la rinuncia all'Ego, un sacrificio che darà luce e pace. Prometeo infatti, una volta liberatosi da queste catene,  diventa immortale. 


La Morte - Ade
Pensavi che il viaggio era in salita vero? invece ti ritrovi negli inferi. Pensate a Gesù prima di salire in cielo la Bibbia dice in diverse parti che prima è sceso nell'inferno, è un passaggio obbligatorio, non puoi vedere la luce senza il buio. Qui ci troviamo di fronte al Dio degli Inferi: Ade. Nell'immagine ci sono alcune simbologie ben precise: Vestito di Nero, simbolo dell'inconscio, dell'ignoto, noto anche come Plutone, era il padrone assoluto del buio mondo sotterraneo. Ha le braccia aperte, perchè la morte accoglie tutto e tutti. 3 figure piccolissime sono gli umani che gli portano in dono le cose più preziose dell'esistenza umana: una corona perchè la morte regna sulla vita, monete perchè tutto quello che gli umani accumulano sono le ricchezze e la morte gliele strappa ed infine un fiore che è la bellezza del creatore effimero e futile nelle mani della morte. Il suo volto è coperto da un elmo, è irraggiungibile, incomprensibile, imbattibile; quell'elmo si chiama Kuneè e ha il potere di rendere invisibile chi lo indossa (non temere più la morte è essere invisibili, spirituali).  Dietro di lui, il fiume Stige, si snoda attraverso un paesaggio arido, che porta ad una riva lontana dove il sole sta sorgendo sulle verdi colline, la speranza di una vita oltre la morte. 
Ade è psicologicamente la nostra capacità di porre fine ai cicli, alle cose che ci distruggono, di falciare quello che è inutile, di eliminare tutto ciò che ci impedisce di evolverci, non per caso ricordiamolo che è innamorato di Persefone (la Sacerdotessa, l'istinto Yin, la sete del trascendentale), è quindi un momento in cui si entra nel mondo sotterraneo, e deve lasciarsi alle spalle la sua vita precedente nel passaggio verso l'ignoto.

Il Diavolo - Pan
Nel cammino che si percorre dopo l'equilibrio della temperanza è normale che finalmente si scorge la propria ombra, l'arcano del Diavolo. E' un arcano temuto, anzi mal visto, sempre come negativo, ma proprio per la paura che abbiamo di scoprire che quel diavolo è una nostra attitudine interiore, un nostro modo di agire di nascosto. gli aspetti della nostra personalità che non ci piacciono, e che portano le difficoltà a possederci.
Nei Tarot mitologici è abbinato ad un Satiro, una creatura indefinita, metà uomo e metà capra che balla la musica dei flauti che suona con la mano sinistra. La capra è simbolo di istinto animale scellerato, irrazionale, ma ricordatevi che quelle zampe sanno trovare un equilibrio fantastico in mezzo alle più scoscese montagne. La capra era un animale espiatorio dove  le persone proiettano il lato inferiore di se stessi per sentirsi più giusti. E di fatto non ci laviamo spesso le mani dicendo che il diavolo mi ha tentato, che è tutta colpa del diavolo, per non ammettere che il diavolo siamo noi. Questo è l'aspetto buffo e divertente di come ci inganniamo da soli, è il Dio giocherellone Pan, il piano più superficiale dell'esistenza al quale siamo piacevolmente soggetti (anche se in verità siamo legati da catene, ma sembra come se le persone finissero per amare quelle catene del divertimento, della fama, della loro carriera (ecco nell'immagine rappresentati con le figure umane,  minuscole e nude, schiave, che sono il nostro mondo duale in preda al fascino della musica di Pan. Intorno a loro, c'è una grotta buia che significa come Pan abiti nel regno più irraggiungibile dell'inconscio.
Simbolicamente Pan è l'immagine della schiavitù agli aspetti più istintuali della natura umana in particolare le passioni senza ragione e rappresenta il nostro lato oscuro che contiene tutti gli aspetti della nostra personalità che avremmo preferito non conoscere. Pan ci affascina perchè ci mostra la bellezza dei piaceri della vita, ci sazia ma poi quando siamo sazi fino al vomito non ci dice il perchè di una tale pienezza di astio e fastidio, di tedio e di tristezza. Ci ubriaca di senso senza darci mai un ragione del perchè perdiamo la stessa ragione. 

La Torre 
Il labirinto del re Minosse distrutto dal fulmine di Poseidone
Decodifichiamo gli archetipi: la torre la nostra mente o conoscenza con la quale ci ergiamo e crediamo di comprendere e capire i cieli, l'assoluto, il Tutto, ma in realtà è un labirinto dove ci dimora e divora la bestia del Re Minosse con le sue angosce esistenziali. Cosa successe? Minosse pregò Poseidone di inviargli un Toro che sarebbe stato sacrificato in onore del Dio Poseidone come simbolo di apprezzamento. Significa che la nostra mente vuele la forza divina (Il Toro) per le sue scoperte e poi? Poseidone acconsentì e gli mandò un bellissimo e possente toro bianco di gran valore. Vista la bellezza dell'animale, però, Minosse decise di tenerlo per le sue mandrie e ne sacrificò un altro. Ciò significa che noi teniamo le scoperte per la nostra vanagloria, non lodiamo il divino, non diamo a Dio quello che è di Dio e neppure a Cesare quello che è di Cesare, ci teniamo tutto, l'Ego vuole tutto.  Per questo atto di arroganza, Poseidone si infuriò e unendo le forze con Afrodite, la dea dell'amore, fece un incantesimo sulla moglie di Minosse, Pasifae in modo da farla consumare di passione per questo toro bianco. Ciò significa che la nostra passione si innamora in un modo così folle dela materia, delle cose del mondo da tradirci. Da questa unione tra la regina e la bestia, nacque il Minotauro, la vergogna di Minosse, una creatura con il corpo di un uomo e la testa di un toro. Il Minotauro è la nostra sconfitta in quanto esseri umani, ci abbassiamo al livello delle bestie, siamo spesso peggio delle bestie. Per la vergogna, Minosse nascose questa creatura nel cuore di un grande labirinto di pietra, vale a dire l'Ego imprigionato dentro del nostro Io. Come sconfiggere il Minotauro è un altra storia (quella di Arianna e Teseo), ma resta il fatto che nello stesso momento, Poseidone si infuriò e colpì con un terremoto questa torre riducendola in macerie, seppellendo sia il re Minosse (il nostro orgoglio) che il cadavere del Minotauro (la sconfitta dell'Ego), mentre tutti gli schiavi (i nostri traumi) che erano stati tenuti in schiavitù dal potere di Minosse vennero liberati. La caduta della Torre è il risveglio dell'anima. L'eruzione di Poseidone dal mare suggerisce una potente, forza istintuale che emerge dall'inconscio, più forte dell'impegno della volontà di reprimerlo. Ogni volta che subiamo una trasformazione interiore la torre crolla. La Torre è l'unica struttura artificiale degli Arcani Maggiori, e simboleggia quindi le strutture interne ed esterne che costruiamo per noi stessi come difese contro la vita, e rappresenta un occultamento per nascondere i nostri lati meno piacevoli agli altri. La Torre è una struttura di valori e atteggiamenti falsi o superati che usiamo per nascondere tutto il nostro Sé. E' ora di togliere le false maschere, e di amare e accettare tutte le parti di noi stessi.



La Stella - Pandora

La carta della Stella è una carta importante per i tempi che corrono. Dopo la carta della Torre, la Stella è una visione guida di speranza e di promessa che nasce dalle ceneri della Torre, che è stata distrutta. Nel cammino dei Tarocchi Mitologici, il Matto attende tra le macerie, e non ha chiaro il senso di come e cosa ricostruire - gli rimane la speranza, e la sensazione che non tutto è perduto.

La carta della Stella è il prossimo passo del cammino del Matto nei Tarocchi Mitologici. La carta della Stella ritrae Pandora come una bella e giovane donna con lunghi capelli biondi, in ginocchio davanti a una cassa di legno aperta. Dalla cassa, sale uno sciame di creature volanti tra libellule, vespe, api, mosche, falene e ragni, e riempiono il cielo con le tenebre. Gli occhi di Pandora sono fissi su una stella luminosa simboleggiata da una figura femminile in ardenti, vesti bianche con un arcobaleno luminoso dietro di lei.

Nella mitologia greca, Pandora è un po' come Eva, che rappresenta il lato femminile della natura umana, che comprende i sentimenti, l'istinto, l'immaginazione e l'intuizione insieme con la necessità di sondare la verità, nonostante le conseguenze. La cassa di legno che Zeus, padre di tutti gli dei greci, invia al genere umano è un po' come la mela nel giardino dell'Eden verso cui Eva ha trovato difficile resistere. La cassa di legno come la mela è qualcosa di proibito, ma è impossibile resistere. Contiene la conoscenza della realtà della vita umana, il che significa la morte dell'innocenza e della fantasia infantile, ma contiene anche il più prezioso attributo dello spirito umano, che è la speranza.

Quando Pandora apre la scatola, le terribili afflizioni della vita umana che erano state rinchiuse da Zeus vengono liberate e la vecchiaia, il lavoro, la malattia, la pazzia, il vizio e la passione, si diffusero in tutto il mondo. Solo la speranza rimase nella cassa, ma non volò via.

Sul piano interiore, l'immagine di Pandora e la Stella della Speranza, sono un simbolo di quella parte di noi che, nonostante la delusione, la depressione e la perdita, può ancora aggrapparsi a un senso di significato e di futuro che può ancora crescere fuori dall'infelicità del passato. La Stella non rivela i piani per il futuro, o la soluzione ai propri problemi, ma, come le carte dell'Eremita e dell'Appeso, la Stella è una carta di attesa, per il senso di speranza, è una luce fragile che luccica e ci guida attraverso l'oscurità. In qualche modo, ci offre la fede, e quindi l'immagine della carta, gli occhi di Pandora sono fissi non sulla infelicità della condizione umana, ma su questo sentimento intuitivo, che l'alba di un nuovo giorno sta arrivando.

La qualità di speranza non ha nulla a che fare con le aspettative previste, ma è collegata con qualcosa di più profondo che è stato talvolta chiamato la voglia di vivere. I medici avvertono questo con i loro pazienti - quelli che hanno un senso di speranza e una forte volontà di vivere - trovano spesso le risorse interiori per affrontare il pericolo di vita in una malattia. Allo stesso modo, le persone che hanno subito tragiche circostanze, o hanno dovuto affrontare sfide che sono molto difficili per qualsiasi essere umano, passano attraverso essa, come coloro che hanno sperimentato i campi di concentramento in Germania e Polonia durante la seconda guerra mondiale - hanno spesso espresso che avevano un'interiore senso di speranza e di fede che faceva la differenza tra la sopravvivenza e la morte. La speranza è una cosa profonda e misteriosa, perché sembra che possa trascendere qualsiasi cosa la vita ci pone davanti.

In una lettura, la carta della Stella rappresenta l'esperienza di speranza, di significato e di fede in mezzo alle sfide. E' un segno che c'è una vita nuova e migliore venendo nel vostro futuro, se solo si crede.

La Stella è un simbolo per tutti noi in questo momento, quando abbiamo di fronte un mondo di sfide. Se possiamo credere e immaginare una vita migliore, siamo in grado di ricreare la vita per ciascuno di noi. Se avete bisogno di un po 'di speranza in questo momento, fate una lettura per far luce sul vostro cammino futuro.

La Luna - Ecate

La carta della Luna è il prossimo passo sul cammino del Matto, che attende ancora la sua rinascita, con un senso di speranza e di fede, ma anche di confusione e di incertezza. Quale sarà questo nuovo percorso che ora è così difficile da vedere attraverso le acque brumose della Luna?

La carta della Luna nei Tarocchi Mitologici ritrae Ecate, la dea femminile misteriosa, con i tre volti della femminilità - la Fanciulla, la Madre e la Crona, nota anche come la Santona. Con i capelli d'argento, lei è vestita in abiti bianchi che finiscono nell'acqua ai suoi piedi, catturando i colori associati alla Luna. Accanto a lei si trova un cane a tre teste, mentre dalle profondità dell'acqua, un granchio tenta di strisciare fuori. Il granchio, essendo una creatura, che non appartiene completamente al regno acquatico o terrestre, ha la sua dimora nel mezzo. Il granchio è l'immagine del mondo di sogno, che nasce dall'ignoto, e si intromette nella nostra vita quotidiana, con immagini forti e sogni che devono essere decifrati nei loro significati più profondi.

Nella mitologia greca, la dea Ecate, era conosciuta come governatrice della Luna, così come presiedeva alla magia, al parto, alla morte, al mondo sotterraneo e al destino. Nel mito, Ecate era intercambiabile con Artemide, la dea della luna, ma era una divinità molto più antica, ed era potente sia in cielo, che sottoterra. Anche lei è nota nel comandare negli inferi, e fu chiamata la regina invincibile, ed era accompagnata da Cerbero, il guardiano a tre teste della porta del mondo sotterraneo, che era la sua forma animale e spirito familiare.

A livello interiore, Ecate, dea della Luna, è l'immagine delle misteriose profondità marine dell'inconscio. Abbiamo già sperimentato questo regno sfuggente attraverso altre due carte degli Arcani Maggiori: La Papessa e la Ruota della Fortuna. Queste tre carte sono collegate, e rivelano una progressione in una comprensione profonda, e l'esperienza del mondo dell'inconscio. Attraverso Persefone, conosciuta come la Papessa, il Matto è venuto a conoscenza di una intuizione dei suoi abissi personali. Attraverso le Moire, che presiedono la Ruota della Fortuna, il Matto sperimenta la forza del destino, attraverso i cambiamenti improvvisi di fortuna che rivelano una legge invisibile, o un modello propositivo interiore. Nella carta della Luna, troviamo l'immagine di Ecate, un'esperienza del grande mare dell'inconscio collettivo da cui non solo l'individuo, ma l'intera vita è emersa. Ecate incarna il principio femminile, simboleggiato dai tre volti della femminilità e dalle tre fasi lunari, che riflettono il suo potere multiforme sopra il cielo, la terra e il mondo sotterraneo.

Quando si incontra l'energia di Ecate, si tratta di un confronto con il mondo transpersonale, in cui i singoli confini si dissolvono e il senso di direzione e io sono persi. E 'come se dobbiamo aspettare sommersi nelle acque torbide, mentre le nuove potenzialità che nascono alla fine diventeranno il nostro futuro. Può essere un luogo pieno di ansia terribile, vivere in questo regno significa vivere senza la conoscenza e la chiarezza. La carta della Luna è una carta di gestazione, piena di confusione e smarrimento, in cui abbiamo solo un mondo di sogno e la Stella della speranza che ci guida.

In una lettura, la carta della Luna rivela un momento di confusione, fluttuazione, e incertezza. Siamo nella morsa dell'inconscio, e possiamo solo aspettare, alla ricerca di segni nelle immagini sfuggenti dei sogni, su un senso di speranza e di fede.

La carta della Luna cattura quel momento della femminilità, quando una donna si muove in quella ultima fase della vita per diventare una Crona, e ha l'opportunità di diventare Santona. Se vi state avvicinando a quel momento della vita, è importante entrare in sintonia con i vostri sogni, e avere anche letture sull'intuizione e l'orientamento. Una guida può essere molto utile per navigare nelle acque torbide dell'inconscio.

Il Sole - Apollo

La carta del Sole raffigura il radioso dio sole, Apollo, con i capelli d'oro, coronato di foglie di alloro, con un'aureola d'oro sulla testa. Lui ha le ali d'oro, e indossa una veste bianca abbagliante. Nella mano destra, tiene un arco e delle frecce che simboleggiano la parte di noi che può vedere lo scopo delle esperienze molto prima di averle elaborate, e nella mano sinistra porta una lira, simbolo di come la musica può essere utilizzata per trasformare le nostre tenebre in luce e significato. Nella carta, Apollo è tra due colonne e un portico costruito di pallida, pietra dorata. Dietro di lui, c'è un paesaggio verde-oro sotto un cielo blu brillante.

Nella mitologia greca, Apollo era conosciuto come il dio della profezia, della musica e della conoscenza. Era il figlio di Zeus e di Leto, dea della notte. A differenza di altri bambini, ad Apollo non è stato dato il latte materno, ma invece venne alimentato con nettare e ambrosia dolce, che ha accelerato la sua crescita da bambino ad uomo. Apollo è noto per la creazione del santuario di Delfi, dove ha stabilito il suo oracolo, parlando attraverso una sacerdotessa, nota come Pizia. Apollo era nemico delle tenebre, ma era una divinità difficile, perchè i suoi oracoli erano sibillini e sfuggenti, e con le sue frecce non ha ucciso solo i mostri, ma pure gli uomini. La profezia era il suo dono, e divenne noto per la sua ampia visione.

A livello interiore, Apollo, il dio del sole, è l'immagine del potere della coscienza di dissipare le tenebre. Apollo simboleggia la spinta verso la coscienza che esiste in tutta la vita, ed è quindi il complemento naturale e l'antitesi ad Ecate, la dea della Luna. Apollo rappresenta lo spirito di lotta intellettuale, unita ad una visione del futuro che detiene un ideale di perfezione.

Il viaggio del Matto continua con il suo incontro con Apollo, il dio del sole, che porta la speranza e la chiarezza della luce del giorno, dopo aver atteso nella grotta buia dell'ignoto. Apollo disperde la paura e la sua luce brillante getta via le ombre del dubbio. La fede del Matto in se stesso viene ripristinata e la fede di tutti noi nello scopo del viaggio della vita.

In una lettura, la carta del Sole indica un momento di chiarezza, di ottimismo e di rinnovata fiducia. E' ora possibile vedere lo scopo, di pianificare il futuro, e di andare avanti ancora una volta. Abbracciando il principio maschile della vita che funziona attraverso uomini e donne, ora possiamo andare verso i nostri obiettivi con rinnovata fede e possiamo raggiungerli.

Il Giudizio - Ermes

La carta del Giudizio ritrae il dio Ermes come un giovane uomo con i capelli neri, vestito di una tunica bianca e un mantello rosso sangue. Indossa un elmo alato e sandali alati, simboli dei suoi doni mercuriali. Nella mano destra tiene il caduceo, il bastone con due serpenti intrecciati, simbolo della magia e della medicina. Si trova tra due colonne, una nera e una bianca. Dietro di lui le scale che salgono verso una porta, attraverso la quale si può vedere un paesaggio verde su cui il sole sta sorgendo. Davanti a lui, ci sono diverse bare, e da loro, i morti sorgono e si e protendono verso di lui.

Nella mitologia greca, Ermes era conosciuto come Psicopompo, la guida delle anime. Nella carta del Mago, Ermes appare come guida del Matto interiore all'inizio del viaggio della vita - un imbroglione, e protettore di perduti viaggiatori. Ora, egli si rivela come la guida delle anime, che può evocare le anime dei morti alla vita, o li introduce nel mondo di Ade, il dio dei morti. In questo ruolo, Ermes conduce le anime dei morti al giudizio e le prepara alla vita rinnovata.

A livello interiore, Ermes, come psicopompo, è l'immagine di un processo che avviene nei momenti critici della vita, quando le esperienze del passato sono riunite insieme e viste come parte di uno schema più ampio, e le conseguenze di queste esperienze possono essere comprese e accettate. Questo processo di sintesi non è un esercizio intellettuale, ma piuttosto un esercizio alchemico nel mondo sotterraneo dell'inconscio, dove le molte azioni e le diverse decisioni che abbiamo vissuto si uniscono per dare un raccolto. L'artista sperimenta questo processo quando, dopo molte ore o settimane o addirittura anni di ricerca, pratica e dà forma a un'idea o un'immagine sfuggente, creando finalmente qualcosa, facendo nascere un nuovo lavoro creativo.

Questo è Ermes nel suo simbolo più magico, rivelato finalmente come il signore di tutto il viaggio del Matto, che riunisce attraverso il misterioso processo di intuizione, tutte le esperienze e le conoscenze acquisite in ogni fase del viaggio, e magicamente mescolandole per formare gli inizi di una nuova e più grande personalità. Così la figura di Ermes che conduce le anime dei morti al giudizio è in realtà un processo di nascita. E 'la nascita di una personalità più completa, che si pone in modo non razionale dalle esperienze combinate del passato, fuse dalla intuizione e il senso che gli eventi e le scelte, apparentemente casuali, sono tutte segretamente collegate. Il giudice dei morti decide quale futuro è stato guadagnato dagli sforzi passati, ed è sugli sforzi del passato, che il futuro del Matto è costruito. Tutto deve essere spiegato, e il Matto incontra finalmente le conseguenze di tutte le sue scelte di vita.

La carta del Giudizio simboleggia la ricompensa per gli sforzi fatti, anche se il giudice è dentro di noi, non fuori, nel mondo. Il Giudizio è una immagine non solo di un nuovo inizio, ma di un inizio che emerge dal passato. Nella filosofia orientale, questo si chiama karma. Ogni persona che semina, in ultima analisi, deve raccogliere i frutti di ciò che semina.

In una lettura, la carta del Giudizio spesso indica un momento in cui appaiono i frutti degli sforzi passati. Questo è un periodo di riepilogo, e di una presa di coscienza di ciò che abbiamo fatto, e di come abbiamo creato il futuro che ora ci attende. Il premio non è sempre piacevole, perché possiamo trovarci di fronte alle nostre evasioni e inganni. La carta del Giudizio sentenzia la fine di un capitolo nella vita.

Il Mondo - Ermafrodito

La carta del Mondo mostra un serpente d'oro attorcigliato a forma di un uovo, conosciuto come il serpente del mondo perché era sia maschile che femminile, immortale e completo in se stesso. All'interno del suo cerchio, una figura che danza che è per metà maschile e per metà femminile, alata, e coronata di foglie di alloro, e porta bastoni d'oro che sono collegati con la bacchetta magica di Ermes, che simboleggia la personalità rinata che può creare nei regni di sentimento, immaginazione, mente e materia. Intorno al serpente, si vedono passando dalle nuvole i quattro simboli: una coppa, una spada, un bastone fiammeggiante e un denari. I simboli rappresentano i regni dell'acqua, aria, fuoco e terra che riflettono le potenzialità che attendono lo sviluppo della nuova personalità.

Nella carta del Mondo, incontriamo Ermafrodito, che nella mitologia greca era il figlio di Ermes e di Afrodite. In una versione del racconto, Ermafrodito è nato come un essere dalla doppia sessualità, ma in un'altra versione, questa dualità è stato creata dopo, invece di essere nato così. In questa carta, i quattro simboli della coppa d'amore, del bastone dell'immaginazione creativa, della spada dell'intelletto, e del denari della realtà fisica appartengono alle quattro divinità: Afrodite, la dea dell'amore, Zeus, il re degli dei , Atena, dea della saggezza, e Poseidone, il dio del mare e terremoti. Questi quattro simboli compongono anche i quattro semi degli Arcani Minori.

Sul piano interiore, l'immagine di Ermafrodito è un'esperienza dell'essere insieme. Maschile e femminile sono più di un'identificazione sessuale, sono le grandi polarità che comprendono tutti gli opposti della vita. L'essere doppio sessuale è il simbolo della potenziale integrazione degli opposti all'interno della personalità. Gli opposti possono variare dalle cure materne all'etica dei genitori, dall'intuizione mentale all'espressione fisica, dal sentimento di relazione alla solitudine, dal conflitto all'armonia e dallo spirito al corpo. Tutti questi opposti possono creare questa lotta nella nostra vita, eppure sono tutti parte dell'esperienza della vita.

L'immagine di totalità è un obiettivo ideale, piuttosto che qualcosa che possiamo totalmente sperimentare in un corpo umano. Siamo imperfetti, ma possiamo intravedere questo stato di integrità ogni volta che c'è un senso di guarigione interiore, in cui due parti in lotta finalmente si incontrano, e qualche soluzione interna ha portato la pace.

Il più delle volte, quando incontriamo questi opposti nella vita e in noi stessi, neghiamo l'esistenza di tale conflitto, reprimendo la metà di esso, e questo poi rimane nel nostro inconscio. Possiamo anche proiettare la parte scomoda su un'altra persona, o su qualcosa nel mondo esterno, e utilizzare le nostre energie in lotta con qualcuno o qualcosa che in realtà sono dentro di noi per tutto il tempo. Questo stato di ambivalenza sembra essere parte dell'essere umano, e tuttavia la maggior parte di noi ha problemi ad accettare questa sensazione se scegliere l'uno o l'altro. Siamo esseri complessi, e parte del viaggio della nostra vita è davvero un viaggio di scoperta attraverso gli opposti di sé, conscio e inconscio che si uniscono.

La carta del Mondo è l'ultima carta degli Arcani Maggiori, e la fine del viaggio del Matto. E' anche un uovo che simboleggia l'inizio di un nuovo viaggio. Così, ogni volta, che abbiamo un momento di realizzazione e di guarigione, è sempre seguito da una nuova sfida, e così continuiamo a crescere e a cambiare, sempre in movimento verso questo obiettivo ideale di interezza.

In una lettura, la carta del Mondo significa un tempo di realizzazione e di integrazione. Questo è un periodo di trionfo per la positiva conclusione di una meta sudata. Ma questo picco è solo un assaggio di qualcosa di misterioso e sfuggente. Quando un viaggio finisce, un altro comincia, e così continua il ciclo della vita, dalla nascita alla morte, e viceversa. La carta del mondo è la fine di quel viaggio che conduce all'inizio del prossimo viaggio e ritorna alla carta del Matto dove tutto è cominciato.



- ARCANI MINORI -

Ogni seme degli Arcani Minori racconta una importante storia della Mitologia Greca:



• Eros e Psiche - Coppe

• Giasone e gli Argonauti - Bastoni

• Oreste e la maledizione degli Atridi - Spade

• Dedalo - Denari



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