9 EREMITA

Parole chiave
* Saggezza
* Attesa
* Solitudine
* Coraggio
* Distacco


EREMITA
Modesto, silenzioso, solitario, dedito al mondo dello spirito. E' un richiamo all'interiorità e la ricerca della nostra trascendenza. Ecco perchè porta in mano destra una lanterna (la lampada di Hermes, la saggezza), a volte una clessidra, simbolo del tempo e della luce della conoscenza, mentre nella sinistra un bastone con il quale domina le forze della sua natura. Numero “nove”. Il colore che predomina è il blu (spirito) del suo mantello.


IL LATO OSCURO DELL'EREMITA
La sua solitudine diventa negativa quindi isolamento, scontrosità, un distacco dalla materia distruttivo quindi spirito irrequieto, irritabile, moralista. Freddo, permaloso, tendente al falso misticismo. Crede di sapere tutto, poco umile e molto superbo. L'eremita vive in un deserto di terrificante bellezza, soltanto gli animali o i demoni possono sopportare un tale stato di solitudine e silenzio, quindi o vi esci trionfanti oppure perdente, non ci sono vie di mezzo. 
Se l'arcano esce negativo ma in mezzo ad una stesa positiva significa che la persona ha bisogno di solitudine, di silenzio e di raccoglimento interiore.

VIA DELL'EREMITA
Via intelligente (conoscenza dell’esistenza)
Unisce Chesed a Tifareth (4-6)
Arcano maggiore: Eremita
Con il sentiero dell'Eremita si entra nel secondo triangolo, quello centrale, qui l'amore si deve incarnare nella bellezza, è la via da Chesed verso Tifareth. Il sentiero opposto sarà quello della giustizia che tende ad essere maschile e distruttivo, mentre quello dell'eremita è femminile e costruttivo. Così come l'amore è il fondamento di ogni azione, anche la lettera Yod è il fondamento di tutto l'alfabeto ebraico, non per caso lo si trova sempre affiancato come una mano o suono di sostegno accanto a tutte le altre lettere, appunto come l'amore.

EREMITA (Tarot Luis Royo)

Carta affascinante, carica della solitudine che la accompagna. Jung ne parla come dell'archetipo del saggio, ricercatore della verità. E' quella nostra dimensione interiore che ci porta lontano, nella mente e nei pensieri, a sentirci soli, non importa se in mezzo alla città, vivendo in famiglia o con un partner, l'Eremita in noi spunta quando meno te l'aspetti e ti avvolge di un manto di solitudine e silenzio. E' l'anima che ci chiede di farle compagnia!!! ma molti non sapendo cosa sia l'anima, dove si trova scappano nel rumore, nel caos quotidiano delle faccende, in un diversivo o divertimento persino sano ed infantile. Ma l'Eremita dentro di noi prima o poi rispunterà sempre con maggiore forza. Non parlo quindi di andarsene in un deserto a vivere da soli (quello è il personaggio che esiste pure ma) parlo di una dimensione psicologica che è in ogni persona.

L'EREMITA (Rich Black Tarot)
"Se sei da solo e ti senti solo, allora sei in cattiva compagnia" diceva Sartre. Il problema non è stare da soli ma l'essere o sentirsi soli. Possiamo anche stare insieme o in mezzo a tante gente eppure sentirci soli lo stesso. Chi entra in contatto col suo eremita interiore, sa che la sua anima ha bisogno di silenzio per bere e solitudine per mangiare: è ossigeno per l'anima imparare a stare da soli. Chi impara questo è poi capace di stare con gli altri, chi sopporta se stesso riesce poi a sopportare chiunque. Cosa succede quando una casa è vuota? si crea l'eco, ecco lo stesso quando vi svuotate dentro: potete sentire la voce della coscienza, finchè cuore e mente sono piene di pensieri, immagini, sensazioni, ricordi, ecc... la vocina non si sente. L'eremita lo sa e vi insegnerà questo purgatorio dove troverete la Luce (spesso nei Tarot l'eremita porta una Luce, è il barlume della ragione e dell'amore nei meandri nel cupo inconscio dove scende spesso). Ma proprio queste sue incursioni paleolitiche nel profondo di se stesso potrebbero diventare la sua trappola:

EREMITA (The Hermetic Tarot di Godfrey Dowson)
I viaggi interni dell'Eremita potrebbero polarizzarlo ed attrarlo in un mondo cosi distaccato dala realtà da diventare estraneo in questo mondo, ma questo sarebbe una negatività, un estremismo, non l'equilibrio. È l’osservatore interno che vede le azioni, i pensieri, le emozioni senza che ne venga coinvolto, ma per fare questo deve conoscere bene la sua soggettività, altrimenti non diventa un solitario ma un isolato, uno scontroso, un nevrotico da una presunzione di avere la verità assoluta che lo rende un falso mistico superiore agli altri e qui scambia lucciole per lanterne: non è la voce interiore a guidarlo, ma è la sua immaginazione che pilota la sua voce fantasiosa.

Nel Tarot non si fanno domande agli arcani,
sono gli arcani che fanno domante a te,
sei tu che devi rispondere loro... 
Nel Tarot non si indovina, si scopre, 
si cerca di capire se stessi.
Le immagine del Tarot sono riflessive, oniriche,
è un esame di coscienza ad occhi aperti
a carte scoperte.

Di quando in quando, ora mi ritiro per qualche settimana nella casa d’una tenuta di campagna, tutto solo, cucinandomi quel che mi occorre, come gli eremiti dell’antichità. Così noto con sorpresa quanto è lungo un giorno e quanto vano, perlopiù, l’affaccendarsi alacre e odioso che riempie il nostro tempo.
(Albert Einstein)

Non si sta in solitudine per forza di volontà, ma perché si è pieni di una Presenza.
(Anonimo)
FOTO: EREMITA, paradoxical tarot


La coscienza è un eremita.
(George Santayana)

La forza dell’eremita si misura non da quanto lontano è andato a stare, ma dalla poca distanza che gli basta per staccarsi dalla città, senza mai perderla di vista.
(Italo Calvino)

Tarot lozzy bones

Gli anni mi hanno dimostrato
che la libertà interiore porta alla solitudine:
la maggioranza delle persone in quanto non libere,
non sopportano stare accanto ad un anima libera.
Ma l'anima veramente libera sa di non essere l'unica
per questo non subisce la solitudine,
sta bene con se stessa.

EREMITA, arcano Piatnik Wien Tarot

"... è sufficiente avvicinarsi a questi brillanti solitari per rendersi conto 
che il loro fulgore è anche fiamma, e che la consunzione è il prezzo del loro sfolgorio". 
Marguerite Yourcenar

L'ESSENZA DEL GREMBO NEL NUMERO 9
Lo sapevate che il numero 9 è anche una frequenza ritmica di vita? quanti mesi siamo stati nel grembo di nostra madre? appunto 9. Qualsiasi sia la vostra età, dopo i 9 anni, se il numero dei vostri anni viene decomposto cabalisticamente il risultato sarà sempre 9. Ben sappiamo che questo numero negli arcani appartiene all'Eremita, essenza della solitudine e della ricerca di se stessi.
Fate ognuno il proprio calcolo nel modo seguente:
1. la vostra età (esempio) 44 anni
2. decomponendo 44 in maniera cabalista sarebbe 4+4=8 . Questa decomposizione è alchemicamente un distillato della vostra attitudine, seguendo il Tarot in questo caso il numero 8 è la giustizia, per cui questa persona a 44 avrà un anno in cui la forza motrice sarà la Giustizia.
3. Sottraendo questa attitudine alla vostra essenza, alla vostra vita, sarebbe 44-8= 36
4. Adesso decomponiamo 36 cabalisticamente 3+6= 9
SARA SEMPRE 9 qualunque sia la nostra età. Perchè? Perchè noi siamo chiamati a centrarci sempre su se stessi, sulla nostra solitudine, il SE interiore, l'arcano dell'Eremita.
In questo grembo del numero 9 si crea una configurazione psichica che noi chiamiamo solitudine, presenza assoluta con se stessi ma nello stesso tempo si sente la presenza misteriosa della madre (del divino). Da quando il bambino nasce fino ai 9 anni lui vive in questa bolla psichica materna e non si sente solo, un ombra o alone lo accompagna. Dopo i nove anni quella sfera di luce si spezza e d'allora in poi qualsiasi cifra della nostra vita sarà governata dall'Arcano dell'Eremita, il numero 9. Questo significa che nel momenti più fondamentali della nostra vita noi saremo sempre soli. 


ARCANI POTENZIALI 
Nella nostra trattazione abbiamo sempre indicato l'anima come un Ente che agisce in base alle sue 3 potenzialità: la dimensione emotiva (il protone del cuore, donde nasce la volontà), la dimensione razionale (l'elettrone della testa, donde nasce la ragione) e l'unione di queste due nella consapevolezza (il neutrone della visione Unitaria del duale, dove nasce l'illuminazione). Tesla lo aveva ben intuito con la sua formula 3,6,9 che è un patrone universale trinitario presenta in ogni cosa. La vita spirituale nasce quando si sveglia in noi l'arcano dell'Imperatrice, la forza Yin, il femmineo psichico (emisfero cerebrale destro), è una forza introspettiva, passiva, creatrice, è l'amante nel movimento dell'energia. Chi segue la forza Imperatrice (l'energia nella materia) diventa un solitario, donde l'arcano dell'eremita, si inizia a percepire tutto secondo la frequenza, concepiamo nell'intuizione cos'è l'amore, l'ìeterno, il mondo duale, come tutto fa parte del Uno o del Tutto, ci sentiamo parte della creazione, ma qui tutto è astratto, ideale (è il mondo dei filosofi, dei teologi, dei pensatori, dei mistici). Ma il rischio è che tutto rimanga qui (teoria senza pratica). L'imperatrice e l'Eremita si devono unire (la differenza tra 3 e 9 è uguale a 6), quando la nostra forza emotiva interiore si lascia fecondare dall'intuizione spirituale allora nasce l'azione, l'attitudine: l'arcano degli innamorati, la forza Yang, il maschile psichico (emisfero cerebrale sinistro), è una forza estroversa, attiva, è la creatura, sono le opere degli amanti, qui tutto è vibrazione.


TETH
Nella ghematria, Tet rappresenta il numero 9 e nel tarot all'eremita. Tenendo presente che l'ebraico si scrive da destra a sinistra, la cabala la vede come la lettera che simboleggia l'energia del serpente, una forza necessaria per vincere la passività, la timidezza, la chiusura. E' il passaggio dall'introversione (destra) all'estroversione (sinistra). E' l'energia dei livelli inconsci che come il serpente traggono con sè anche il veleno (traumi, ricordi, dolori, amarezze). L'opera dell'eremita è proprio quella di sprigionare questa forza senza fare del male, per rigenerarsi, altrimenti questa forza diventa il soffocamento dell'Ego, l'inflazione della vita interiore. E' il bastone di Mosè che si trasforma in serpente per liberare il popolo ma anche il serpente che si trasforma in idolo di bronzo per ingannare al popolo. Per cambiare il proprio destino bisogna conoscersi ma questo implica distruggere tutte le nostre false illusioni, è l'opera del serpente, il bastone dell'autoconoscenza. 

PORTATORE DI BELLEZZA
Se analizziamo la via dell'eremita dentro l'albero della vita nella Kabbalah ce ne accorgiamo subito che il suo lavoro è assai fantastico ma proprio per questo anche terribilmente compromettente ed impegnativo: deve portare amore al cuore, questa azione produce la bellezza (Tifareth). Ma come può un solitario scoprire l'amore? perchè inizia amando in maniera giusta se stesso, sopportando se stesso anche nei suoi limiti, scoprendo quindi la bellezza dell'Essere. Nell'albero della vita questo è l'ingresso nel secondo triangolo, il mondo spirituale che pero come si vede oltre all'eremita ci sono altre due energie arcane: la forza e la giustizia. La forza che l'eremita deve impiegare per tenere in equilibrio la sua solitudine, che non diventi un fuggire dal mondo nè un isolamento, tipico di perosne scontrose e frustrate, ma un ascesi di allontanarsi dal mondo per scoprire da lontano la sua bellezza. Donde la giustizia, l'eremita impara ad amare quello che apparentemente abbandona e diventa capace di relazione, di amicizia, di amore, tutto quello che apparentemente non gli si addici. Di fatto le persone che hanno accettato se stesse, che amano se stesse in maniera giusta, che hanno conosciuto il loro inferno, sono proprio quelle capaci di stare con gli altri, di amarli, di comprenderli, di illuminarli perchè la loro luce esce dal loro buio, non è contaminata da illusioni e scintille di egoismo. 


Se ti senti solo, ricorda:
non è perchè non hai compagnia
è perchè sei vuoto dentro. 







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